Campi assetati in tutta la regione, CIA Puglia: “La siccità sta ‘bruciando’ la nostra agricoltura”
Danni già evidenti per le coltivazioni cerealicole, leguminose e foraggere, produzioni a rischio
Sicolo: “Sistema irriguo pugliese insufficiente ad affrontare le conseguenze dei cambi climatici”
Situazioni identiche in ognuna delle province della regione, occorrono interventi strutturali
Comunicato Stampa
Dalla punta più a nord della regione al lembo di terra più a sud, i campi e le coltivazioni di tutta la Puglia sono assetati, con le colture di stagione arse da un’estate arrivata con due mesi di anticipo e la completa scomparsa dell’inverno. A risentire di più del periodo siccitoso più lungo degli ultimi anni sono soprattutto le colture cerealicole, con danni già evidenti nelle province di Foggia e della BAT, nell’area metropolitana di Bari, ma gli effetti sono drammatici anche nei territori del Brindisino, in provincia di Taranto e in tutto il Salento. A lanciare l’allarme è CIA Agricoltori Italiani di Puglia che rileva come l’assenza di piogge stia compromettendo la spigatura del grano duro. “L’annata agricola è iniziata in salita con costi spropositati per l’acquisto di semi e di concimi”, spiega Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, “con i problemi aggravati da un inverno estremamente arido che non ha favorito uno sviluppo uniforme delle coltivazioni e ha impedito il normale accestimento”.
LEGUMINOSE E FORAGGERE. Il problema non riguarda solo il grano duro, settore per il quale già negli scorsi giorni CIA Puglia aveva lanciato l’allarme basato su stime di raccolto già inferiori del 50% alle medie degli scorsi anni, ma anche le colture leguminose e foraggere. Queste ultime, che si trovano nel periodo della piena fioritura, sono messe a rischio non solo dalla siccità, ma anche dalle possibili conseguenze di una ulteriore serie di eventi climatici estremi come bombe d’acqua, grandine, improvvisi e rapidissimi fenomeni alluvionali che impedirebbero comunque al terreno di assorbire in modo armonioso ed equilibrato le quantità d’acqua necessarie.
CAMBIO CLIMATICO E QUESTIONE IRRIGUA. “La scarsità di riserve idriche utilizzabili dall’agricoltura e le lacune di un sistema irriguo che sconta ritardi decennali sia per quanto riguarda la necessità di nuove infrastrutture sia per la dipendenza da altri regioni rappresenta il rischio più grande per il presente e per l’immediato futuro del comparto”, aggiunge Gennaro Sicolo. “Si tratta di un problema che, con situazioni differenti da territorio a territorio, accomuna drammaticamente tutta la Puglia. Recentemente, ci sono stati dei passi in avanti compiuti grazie al lavoro e all’attenzione al problema dimostrati dall’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, ma tutto il ‘sistema-Puglia’ deve mettersi ed essere messo nelle condizioni di funzionare, a cominciare soprattutto dal sistema consortile regionale nel suo complesso. Che la Puglia sia una regione ad elevato rischio di desertificazione del territorio si dice da molti anni, eppure su questo problema epocale non sembra ci sia ancora la piena e totale consapevolezza necessaria a prendere provvedimenti non emergenziali ma strutturali, con un preciso programma pluriennale di interventi che riguardi il massiccio potenziamento delle infrastrutture per il riuso delle acque reflue e la possibilità di sfruttare anche sul nostro territorio i dissalatori, come si fa in tante altre parti del mondo. Occorre inoltre operare in modo sistematico con le bonifiche e le manutenzioni dei canali, oltre che raggiungere nuovi e più avanzati accordi con le altre regioni da cui la Puglia dipende per l’approvvigionamento della risorsa idrica irrigua”.