Segnalazioni

Analisi ragionata dei saggi critici riguardo Maurizio Zanon, a cura di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2024.

Recensione di Tito Cauchi

Comunicato Stampa

Maurizio Zanon è veneziano nato nel 1954, conseguita la maturità scientifica, si laurea in Lettere Moderne insegnando nella scuola media e successivamente nella Formazione Professionale. Si è dedicato anche alla poesia pubblicando (salvo verifica) 64 libri, un CD audiolibro, quattro libri di narrativa; è stato oggetto di saggistica e incluso in vari repertori letterari. Dopo vent’anni di attività letteraria gli è stata dedicata, da Mario Stefani, la monografia Maurizio Zanon: il canto di una voce solitaria. Durante il suo percorso poetico ha frequentato vari poeti, artisti famosi e partecipato a eventi artistico-letterari da animatore e anche conseguendo premi e riconoscimenti di alto livello. Si sono interessati di lui, fra gli altri, Flavio Andreoli, e recentemente Enzo Concardi, il quale ha curato il volume di cui ci occupiamo: Analisi ragionata dei saggi critici riguardo Maurizio Zanon (Guido Miano Editore, Milano 2024), che si conclude con una “antologia essenziale” di quasi 50 poesie brevi tratte da una ventina di sillogi.

Nel prosieguo mi limito a una esposizione di frammenti, e non di più, delle varie citazioni e di autori, perché penso che appesantirei la recensione, anche se sarebbe più completa. Purtroppo quando si recensisce o si interpreta un libro o una frase, c’è il rischio di modificarne il senso, perciò se un pensiero è ben esposto lo lascio nella sua formulazione originale. La presente recensione non ha molte pretese, è una pallida esposizione dell’opera.

Enzo Concardi, nell’introduzione al volume, avverte che esso contiene contributi di critica letteraria, nell’alveo degli aspetti filologici in relazione ad analisi comparative testuali, con lo scopo di stabilire un rapporto di comunicazione tra autore e lettore. L’informazione si regge tra una fonte emittente e un destinatario ricevente; perché l’informazione si comprenda occorre che entrambi siano in sintonia. Concardi rammenta che il critico fa opera di “mediazione”; direi che è come uno strumento misuratore di fenomeni fisici, tarato soggettivamente. Ecco quindi la ragione di questo volume di scritti vari su Zanon che possiamo definire di “critica multifunzionale”.

A costo di occupare spazio e tempo, ritenendolo utile, mi intrattengo su quanto segue. Concardi ricorda che ai fini di una comprensione e di una valutazione, non si prescinde dai fari luminosi della grande critica, come Benedetto Croce e Francesco De Sanctis. Già quest’ultimo poneva l’attenzione su due aspetti della critica e cioè contenuto e forma (cioè Poetica ed Estetica). La poetica si individua attraverso i motivi lirici più frequenti nell’autore; mentre l’estetica riguarda il modo di espressione. Questa “analisi ragionata” propone stralci critici in ordine cronologico.

E non si prescinde nemmeno dai dettami di illustri studiosi come «Luigi Russo (1892-1961), Mario Fubini (1900-1977), Carlo Dionisotti (1908-1998), Giuseppe De Robertis (1888-1963) e, più vicino a noi, Umberto Eco (1932-2016) con i suoi studi su semiotica e semiologia». Per completezza aggiungo anche «nomi altamente qualificati già nelle vesti di poeti e scrittori: Eugenio Montale, Italo Calvino, Cesare Pavese, Andrea Zanzotto, Giovanni Raboni, Pier Paolo Pasolini». In ogni caso teniamo presente quanto sosteneva Attilio Momigliano (1883-1952), cioè che «non esiste una vera e propria metodologia critica, bensì l’intervento intuitivo del critico, che si mette nei panni del lettore». E a proposito del “divario tra poetica e poesia” (direi, vagamente: tra intenti e risultati), teniamo pure presente concetti richiamati da insigni critici, quali Francesco Flora (1891-1962) e Walter Binni (1913-1997).

Tornando a Mario Stefani e al suo studio su Maurizio Zanon, egli afferma che nella critica letteraria è necessario individuare «alcune chiavi di lettura metodologiche». L’analisi critica si basa su aspetti formali e aspetti sostanziali (un lungo elenco di voci: lingua, stile, filologia, semiologia, ermeneutica, simbolismo, psicoanalisi, sociologia, contesto storico, ecc.). Bisogna tenere conto della sensibilità del recensore e della sua capacità di immedesimazione; e in generale il rapporto Io-Noi, è sempre presente nei poeti; è il solito conflitto fra idealità e realtà, o con altre parole tra sogno e realtà, fra spirituale e materiale. Ciò detto ricordiamoci che tutti i libri, come qualsiasi manifestazione di espressione, hanno qualcosa da dire. Ebbene, se mi intrattengo, è perché ritengo che questo volume torni particolarmente utile ad aspiranti scrittori, recensori, e a lettori.

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Quanto alle comparazioni etiche, si vuole spiegare che il nostro poeta non guarda con disprezzo, ma ha atteggiamento di pietas; e che diventa la coscienza del mondo e il suo dolore personale diventa cosmico. Il suo animo è attraversato da tutta una gamma di sentimenti; usando un termine di laboratorio di analisi, direi che la sua espressione diventa cartina al tornasole degli umori universali. Difatti Mario Stefani afferma che le miserie umane, di cui Zanon si fa carico, ci ricordano «Verlain, e certo crepuscolarismo italiano»; e per le sue meditazioni è come «Petrarca che andava camminando per ‘i segreti calli’, dove nessun’orma umana fosse giunta, come poi aspirava Cesare Pavese nel suo continuo amare la natura vergine». Guido Miano richiamava l’attenzione sui motivi della memoria e di ciò che vi è connesso, il che comporta un certo distacco e un velo di nostalgia che ci ricordano il Leopardi delle reminiscenze. E troviamo altre concordanze,come in Mario Santoro che scrive «C’è davvero di tutto nel volume: partecipazione verso l’altro, tensione emotiva sempre calibrata, intensità dei rapporti, senso pieno della gratitudine, (…) umiltà e piena consapevolezza» (p.21). Gli fanno eco Giampietro Cudin, che rileva «una spasmodica ricerca stilistica» (p.23); e Nazario Pardini che osserva come nella maturità nel poeta si siano assestati pensieri e sentimenti, nutrendosi di essi.

Quanto alle comparazioni esistenzialistiche, penso che in senso lato esistenzialisti lo siamo tutti, specialmente gli artisti, con la puntualizzazione che ciascuno giunge ad una propria risposta (agnostica, religiosa, ecc.). In breveGuido Miano riconosce in Maurizio Zanon «umanità e spiritualità indiscusse», paragonandolo aPablo Antonio Cuadra e concludendo che nel Nostro è prevalsa la fede. Così Dino Manzelli ne individua «l’inquietudine» paragonandolo a Soren Kierkegaard, e ancora a Dostoevskij (de L’idiota). Mentre Roberto Tassinari osserva che «Zanon si richiama … alla millenaria metafora della barca o della nave della quale si sono avvalsi decine di poeti e scrittori da Archiloco e Alceo a Catullo e Orazio e ancora da Dante a Petrarca». E ancora, Nazario Pardini, sintetizza il giudizio nella formula «vita di poesia e poesia di vita»;Anna Castrucci paragona le meditazioni del Poeta alle Confessioni di Sant’Agostino, proprio come “distensio anime”. E ancora, Ester Monachino ne indica la scintilla che si fa «perno d’eterno»; e Marco Zelioli ne rileva la «vita pulsante».

Quanto allo stile e al linguaggio, sempre Concardi, ci dice che oggi si valutano i testi dai loro contenuti e dalle suggestioni che riescono a suscitare «ognuno si è sentito autorizzato ad elaborare scritture a proprio piacimento, in modo anarchico, anche senza eleganza, ritmi, armonie» (p.24); Zanon, invece, segue il precetto oraziano del ‘labor limae’ (e anche di raspa), intendendo la poesia anche come armonia. A tal proposito Angela Ambrosini indica la presenza di allitterazioni e piccoli accorgimenti tecnici; seguita da Guido Miano che parla di linguaggio «dinamico»; così Nazario Pardini indica la capacità di «impennate verbali, iuncturae lessico-foniche»; Raffaele Piazza ribadisce la presenza di «una vena illimpidita», e Maria Rizzi esalta la musicalità di Zanon.

Quanto all’ambiente naturale e lagunare, Concardi (voce discreta) ci illustra questo itinerario letterario, richiama l’attenzione sulle radici lagunari di Zanon per rilevare l’importanza che ha la natura ambientale e naturalistica, così i vari luoghi paesaggistici e l’alternanza stagionale che influenzano la “metamorfosi” dei luoghi. Argomenti che innestano nel Poeta il rapporto con il destino, sia dell’uomo, sia della stessa natura; è ciò che ci porta a considerare la Natura quale rimedio lenitivo. Così Emilia Greco Genesio dice che il nostro poeta si abbandona alla contemplazione del mare e quindi della sua laguna veneta; e di ricalzo Nazario Pardini scrive dell’effetto “luminoso” esercitato dalla primavera; Dino Manzelli ricorda la volontà del Poeta di lasciare una «memoria significativa», senza trascurare anche Mestre come osserva Maria Teresa Secondi; infine Maria Rizzi annota uno spietato confronto con il passato della repubblica veneziana.

Quanto al tema della morte, Niccolò Martinetto individua una «amara speranza e paura per la solitudine del domani»; ma, come osserva Angela Ambrosini «Maurizio Zanon recupera il senso stesso dell’esistenza». Il tema della morte è pressante, così Concardi fa notare che la prima poesia composta da Maurizio Zanon, quattordicenne, s’intitola Cimitero; d’altronde il Critico osserva che «senza alcune passioni che lo hanno fatto sentire vivo, la vita non avrebbe avuto nessun senso».

Quanto al tema dell’amore, come si sa, l’amore o meglio l’innamoramento è esaltazione della persona nell’aspetto psicofisico; la letteratura ne è piena e il poeta Zanon sogna un futuro radioso. Dino Manzelli «Leggere Poesie d’Amore rievoca … Dante e del Petrarca per una donna angelicata»; sulla stessa onda, ma solcata secondo i nostri tempi, sono Guido Miano, Mario Santoro, Raffaele Piazza che aggiungono leggera sensualità o un «erotismo delicato»; tuttavia Maria Rizzi scrive: «ricorrono i temi della solitudine, dell’età che avanza, delle malattie e dell’amore, un amore che commuove, perché rappresenta l’unico urlo tra tanti versi sussurrati». D’altronde Maurizio Zanon sostiene che «Nell’amore non ci deve essere soltanto l’esaltazione di un sentimento per una donna, ma anche quello trionfante e giocondo per la natura, per i luoghi cui si lega affettivamente la nostra esistenza e quello per la vita in generale».

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Eccoci allaAnalisi ragionata dei saggi critici riguardo a Maurizio Zanon, a cura di Enzo Concardi, il quale ha preso le mosse dalla pubblicazione di Maurizio Zanon, nel 2016, della silloge I messaggi del tempo organizzata in cinque sezioni tematiche; ciascuna di esse accompagnata da un saggio critico. Tutto quanto precede può servire per conoscere il poeta di cui ci occupiamo. Concardi ci dice che i cinque saggi del volume I messaggi del tempo «sono studi di letteratura comparata che hanno l’intento di mostrare la caratteristica universale e metatemporale della cultura in generale e della poesia in particolare».I titoli deicinque saggi contengono in sé la tesi su cui argomentano; autori sono i seguenti.

Angela Ambrosini nel suo saggio, L’incanto della memoria in Maurizio Zanon e Francisco Brines, rileva nel poeta spagnolo la gioia attraverso l’uso del presente verbale alla pari di Zanon. Guido Miano ha composto due saggi: in uno, Il tema del tempo nei testi di Maurizio Zanon e di Vladimir Nazor, afferma che nel poeta croato emergono «richiami esistenziali»; e nell’altro, Il percorso della spiritualità in Maurizio Zanon e Pablo Antonio Cuadra, assicura che la spiritualità del nicaraguense si accosta perfettamente a quella religiosa. Lo stesso Enzo Concardi compone due saggi: in uno, Il tema dell’amore in Maurizio Zanon e Gustavo Adolfo Bécquer, premettendo che «lo slancio del cuore produce sempre energie positive», afferma che nel poeta spagnolo è presente una sorta di panteismo naturalistico; e nell’altro, Il tema della Natura Medicatrix in Maurizio Zanon e Percy Bysshe Shelley, possiamo dire che nonostante le forze avverse della natura (per esempio mare e vento), la natura diventa un rimedio per gli animi tormentati; il poeta inglese è morto nel mare della Versilia per il naufragio della sua barca a soli 34 anni.

Nell’Epilogo, Enzo Concardiconclude con le parole di Mario Stefani da cui abbiamo iniziato, a sigillo della figura di Maurizio Zanon: «Vi è però una luce, è quella dell’amicizia, del camminare assieme, metaforicamente s’intende, per questa via, breve o lunga, accidentata o meno, che è la nostra vita. Ma Zanon vuole essere umano prima che poeta e questa è la sua salvezza».

Tito Cauchi

19 maggio 2024

Enzo Concardi (a cura di), Analisi ragionata dei saggi critici riguardo Maurizio Zanon, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 100, isbn 979-12-81351-24-0, mianoposta@gmail.com.

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