Ripartire dalla Puglia per un nuovo Piano Olivicolo Nazionale
L’esito del convegno nazionale di Bitonto, le richieste delle associazioni, l’emergenza Xylella
Il sottosegretario La Pietra: “La Puglia è centrale nel percorso che abbiamo avviato”
Comunicato Stampa
BITONTO – Per rilanciare il comparto, occorre elaborare un nuovo Piano Olivicolo Nazionale partendo dalla Puglia che è, al contempo, la regione in cui si produce più olio d’oliva e quella nella quale da oltre 10 anni si sta affrontando l’emergenza Xylella che ha quasi totalmente azzerato la capacità produttiva di tre province. È quanto emerso dall’incontro nazionale sul tema che si è svolto il 18 luglio a Bitonto, nella sede di Finoliva Global Service.
Sono intervenuti il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, il presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani Cristiano Fini, il presidente di Italia Olivicola nonché presidente regionale e vicepresidente nazionale CIA Gennaro Sicolo, il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo, il presidente nazionale di Legacoop Cristian Maretti, il presidente di Finoliva Global Service Benedetto Fracchiolla, e il direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone.
L’evento è stato organizzato da Italia Olivicola, Legacoop Agroalimentare, CIA Agricoltori Italiani e Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf).
“La Puglia è centrale nel percorso che abbiamo avviato – ha dichiarato il sottosegretario La Pietra – Abbiamo prima convocato un tavolo preliminare di confronto, seguito dalla manifestazione internazionale del Comitato Olivicolo Internazionale che dopo tanto tempo si è di nuovo svolta in Italia. Ora abbiamo inviato alle associazioni la richiesta di designare un loro rappresentante nei successivi tavoli tecnici che daranno forma al Piano olivicolo nazionale. In questo contesto verrà affrontato il tema della Xylella”.
“Dobbiamo partite dalla Puglia- ha dichiarato Sicolo – perché abbiamo tre province bruciate dal batterio. Ci vuole perciò un commissario straordinario che possa coordinare le attività di contenimento della diffusione della Xylella. Oggi invece ognuno fa da sé con risultati per niente soddisfacenti. Un commissario straordinario, dunque, e adeguati investimenti nella ricerca scientifica”. Inoltre, non solo gli agricoltori ma anche e soprattutto le pubbliche amministrazioni devono adottare le necessarie misure fitosanitarie quali arature, fresature, erpicature e trinciature previste dal Piano d’azione, in ottemperanza anche alle circolari diramate dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia.
Anche il presidente nazionale di CIA Fini ha rimarcato l’urgenza di un commissario straordinario per la gestione dell’emergenza Xylella. “Bisogna da un lato procedere con gli espianti delle piante malate e dall’altro lato attivare un piano di rilancio del settore attraverso l’ammodernamento dei macchinari e il consumo consapevole a tavola”.
Italia Olivicola, Cia nazionale e Lagacoop nazionale chiedono, in sostanza, un cambio di passo partendo dalla nomina di un commissario che coordini la ricerca, la quale non può rimanere ristretta a livello regionale ma deve essere allargata a livello nazionale ed internazionale, che attui con urgenza tutte le pratiche di contenimento nelle aree delimitate, e che snellisca tutte le pratiche burocratiche che interessano i bandi rivolti alle aziende interessate ai fondi per rigenerazione olivicola, sia per i fondi già stanziati e spesi solo in parte (a causa proprio della burocrazia) sia per quelli stanziati nel DL agricoltura.
“Dal 2013 ad oggi metà Puglia olivicola è stata distrutta dalla Xylella con 21 milioni di piante ormai secche – conclude Gennaro Sicolo-. Abbiamo sempre sostenuto che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia. E non ci eravamo sbagliati. Non si può continuare ad attendere tempi biblici prima di avere i risultati della ricerca, prima di mettere in campo le azioni di contenimento, prima di erogare i fondi a migliaia di aziende agricole che da diversi anni hanno perso tutto”.