Don Giovanni Mangiapane: “Poesie del Santo Rosario e della Via Crucis”, Guido Miano Editore, Milano 2025.
Comunicato Stampa
A gennaio 2025 è stato pubblicata dalla Casa Editrice Miano di Milano – collana di testi letterari Alcyone 2000 – un’opera a carattere religioso dal titolo Poesie del Santo Rosario e della Via Crucis, con la dotta prefazione di Marco Zelioli. L’originalità di tale libro, non l’unica a dire il vero, risiede nel fatto che è stato scritto nella lingua siciliana, con ovviamente la traduzione italiana a fronte, a beneficio di tutti i lettori, i quali dovrebbero, a mio parere, leggere comunque qualcuna delle composizioni poetiche dell’autore agrigentino Don Giovanni Mangiapane, per constatare l’efficacia della madre lingua isolana nei confronti della traduzione in lingua nazionale: è nota, talvolta, la perdita di liricità e di semantica che avviene nella traslazione operata dal traduttore, per l’impossibilità di rendere fedelmente le espressioni e i ritmi relativi.
Nel panorama culturale e letterario attuale la poesia religiosa ha sicuramente perso il primato che le era stato conferito dal sommo poeta Dante Alighieri nel Medio Evo, con la Divina Commedia di caratteredidascalico-allegorico-dogmatico-escatologico,sebbene essa riportasse anche contenuti politici. Tuttavia ancora nell’Ottocento il Manzoni pubblicava gli Inni Sacri, frutto dell’entusiasmo giovanile del neofita convertito al Cristianesimo, nei quali celebrava le principali feste cristiane, con un’ispirazione appesantita, a dire il vero, dai riferimenti dogmatici. E ancora nel Novecento il frate servita Padre David Maria Turoldo nelle sue poesie salmodianti e liturgiche esprimeva una fede tormentata ed un’alta spiritualità cristologica e mariana. Oggi la poesia religiosa può considerarsi episodica, ed uno di questi episodi ve lo raccontiamo qui, commentando le preghiere di Don Giovanni Mangiapane, laudi saldamente legate alla Tradizione (Santo Rosario, Via Crucis), al Credo delle certezze, alla visione del mondo integralmente cristiana. Tuttavia il suo porre al centro di tutta l’opera la figura del Cristo e il trarre da questa realtà delle intenzioni ed orazioni per l’umanità sofferente e dimenticata, costituisce a mio avviso un’altra originalità dell’opera, che quindi non si ferma alla memoria dell’avvenuto, ma si sviluppa nel presente, assegnando al credente dei compiti precisi nella sua missione mondana.

Interessante anche l’architettura e la struttura metrica, che risponde a forme ben definite. Nella prima parte dedicata al Santo Rosario (misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi) ogni composizione è composta da quattro quartine e un distico finale, il cui contenuto cambia ad ogni mistero. Nella Via Crucis l’impostazione è diversa, anche perché appaiono brani in prosa: ogni Stazione riporta, prima della parte poetica, una citazione evangelica (Giovanni, Luca, Matteo più volte) o biblica (Isaia, Salmi), un commento (prosa), la preghiera dedicata (prosa); da notare che le parti in prosa sono solo in lingua italiana. Indi tre quartine e due distici, il secondo anaforizzato per tutte le stazioni (“O gran Vergine Maria, / la vostra pena è colpa mia”), tranne l’ultima, che ha un solo distico. È dunque nella Via Crucis che il sacerdote diventa pastore ed esterna la sua compartecipazione con gli altri, come in questi esempi: “Preghiamo per i tanti volontari dediti al servizio dei molti provati da epidemie e terremoti e altro”; “ Preghiamo per i tanti ammalati nel corpo e nello spirito che restano soli e senza conforto”; “Preghiamo per tutte le donne che fanno fatica ad affermare la loro condizione, perché siano riconosciuti i loro veri diritti”.
Ultima stazione / Risuscità: “Tomba nova è già vacanti / comu fussi statu nenti / netta bedda profumata / e linzola sistimata. // L’arrubaru l’ammucciaru / li sò apostuli c’amaru. / Gira ancor sta ‘nfamaria / nun ci stannu a retta via. // Ci lu dissi a cantari / cu cuntava a vigliari / oru stoppa verità / Spiritu ‘ntempu rivelà. // Mi rimettu pi la via cu / Gesuzzu e cu Maria”. Siciliano doc.
Enzo Concardi
Don Giovanni Mangiapane, Poesie del Santo Rosario e della Via Crucis, testi in lingua siciliana con traduzione italiana a fronte; prefazione di Marco Zelioli, Guido Miano Editore, Milano 2025, pp. 72, isbn 979-12-81351-52-3, mianoposta@gmail.com.