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Iano Campisi, Di fronte alla vita. Racconti e riflessioni, Guido Miano Editore, 2025 Recensione di Enzo Concardi

Comunicato Stampa

A cura di Floriano Romboli, che ha svolto un prezioso lavoro di selezione dei testi, scrivendone anche la prefazione, all’inizio di questa primavera è uscito a Milano – per i tipi della Casa Editrice Guido Miano – il volume di narrativa “Di fronte alla vita”: l’autore è il siracusano nativo di Avola Iano Campisi, biologo, direttore di un importante laboratorio di analisi cliniche e genetiche in Sicilia. L’apparente discrasia tra la sua specializzazione professionale e il campo letterario nel quale è attivo dal 2015, può essere forse spiegata dall’attaccamento profondo alle radici isolane, alla terra delle origini, ambienti in cui avviene la quasi totalità delle vicende raccontate nel libro e che quindi costituiscono la primaria e più importante fonte d’ispirazione letteraria.

Come sottolineato anche nella prefazione dal critico toscano Floriano Romboli, in Iano vive infatti un forte sentimento di appartenenza alla natura e al passato, il quale fa sì che si sviluppi in lui una sorta di disagio della civiltà – per dirla con Freud – ovvero un’istintiva avversione al progresso tecnologico, non in quanto tale, ma quando non si pone al servizio dell’uomo e diviene piuttosto un fattore alienante, inquinante dell’ambiente e delle menti, massicciamente invasivo della libertà interiore e condizionante la comunicazione autentica. Perciò egli auspica il recupero di una ricca umanità; una presa di coscienza sul limite ed il mistero dell’esperienza terrena; un’attenzione solidale verso le questioni sociali in particolare degli esclusi, degli emarginati, dei deboli; accetta con fatalismo tipico della cultura mediterranea il destino comune a tutti i mortali, maturando un sostanziale pessimismo filosofico e storico di stampo pirandelliano, il quale si stempera soltanto con il motivo dell’amore, irrazionale se non talvolta anche folle.

Il lavoro di Campisi è suddiviso in quattro parti datate: la prima sezione riporta il titolo generale, Di fronte alla vita, tuttavia con l’aggiunta del sottotitolo Racconti e riflessioni inediti, 2022-2024 (le meditazioni dell’autore sono numerose e quasi tutte fanno corpo unico con il discorso narrativo e sono sviluppate sia in prima persona che attribuite ai personaggi; s’incontrano inoltre brevi lacerti sotto forma di aforismi ragionati); Di ricordi e fantasia (2018) con spazio prevalente alle suggestioni della memoria; Così come sono (2023), con storie di donne, non senso della vita, altri ricordi; e infine Piccole storie (2022), definite “vere, verosimili, stravaganti”, nelle quali i temi della solitudine, della ricerca identitaria, dell’esclusione e dell’aspirazione a felicità non fugaci si rincorrono, come in tante altre storie sparse ovunque.

Prevalgono nei testi forme di autobiografismo con monologhi autoreferenziali, come in Appunti sparsi di un ricovero in ospedale, che l’autore considera un “carcere duro” vissuto “in avanzato stato di depressione” e con la “più straziante e desolante malinconia”; come in Due mondi, preoccupato di non riuscire a definirsi, con il sospetto di essere un “soggetto insicuro, un po’ bipolare, infedele, inaffidabile”; come in Il mio cervello, dove egli si sdoppia ed imbastisce un filosofico dialogo col proprio cervello, la cui conclusione, riguardo i soliti misteri della vita e della morte, suona così: “credimi, né tu né io sappiamo nulla…”. Anche i racconti della memoria vivono nelle dimensioni soggettive dei vissuti dell’infanzia, della giovinezza, dei raffronti generazionali, ma anche dei cambiamenti climatici (La stazione, Il piccolo delfino, La vespa 50 gialla, Dei tempi andati, Via Malta…).

Seguono pagine sul montaliano “male di vivere” contemporaneo, generato dall’estraneità del prossimo, dal dominio del consumismo, dalla solitudine in mezzo alla massa; esemplare è la descrizione di un odierno ‘santuario’ della mercificazione, ovvero Al centro commerciale, dove osserva “… imbambolati esseri umani, automi, alla ricerca di chissà cosa. Entrano coppie disfatte o in via di disfacimento”, gente dai cervelli in putrefazione, che sa coltivare solo sentimenti di “diffidenza” ed “apparenza”, quasi morti che camminano. Qui troviamo anche storie di esistenze difficili, come quelle di Zaira della vita e della morte, di Iris, di Cristina; storie di Solitudine (L’uomo e il cane) il cui personaggio sentenzia: “Soli si nasce e soli si muore: è la paura della solitudine che rende indispensabile la compagnia”; storie di emarginazione, come quella di Bartolo, dal simbolico titolo Il brutto anatroccolo. Ma all’uomo resta l’amore, con poesia: “Poco fa guardavo i tuoi occhi, distintamente scortati da una vivida luce. Ci vedevo l’immensità del cielo e la profondità del mare” (Due mondi).

Enzo Concardi

Iano Campisi, Di fronte alla vita. Racconti e riflessioni, prefazione di Floriano Romboli, Guido Miano Editore, Milano 2025, pp. 252, isbn 979-12-81351-54-7, mianoposta@gmail.com.



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