ANSELMO MAGGIO, L’OPERA E IL RICORDO DEL PITTORE SANSEVERESE, ARTISTA TRA I PIU’ AMATI DI SEMPRE
Sanseverese, classe 1929, Anselmo Maggio è stato uno dei pittori sanseveresi più amati di sempre, sia attraverso le sue opere che per le relazioni e i ricordi che ha lasciato dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2019.
Pittore autodidatta, con un temperamento eclettico, figurativo moderno, inizia la sua carriera artistica nei primi mesi del 1988, per poi affermarsi in modo continuativo dal 1990 in poi.
La sua prima mostra personale la tiene nel mese di febbraio 1991, presso il suo atelier, dove espone tra le tante opere due suoi primi capolavori: “L’Avarizia” e “Riflessi”.
Nel corso della sua carriera artistica ha tenuto molte mostre personali e collettive, e ha partecipato a importanti rassegne, sia in Italia che all’estero, con grande successo di pubblico e di critica: tanti sono i critici d’arte intervenuti alle varie mostre personali e collettive a cui ha partecipato.
Una vita divisa tra il ruolo di imprenditore e quello di pittore, confermando una creatività che ha segnato ogni sua iniziativa e progetto, anche se non strettamente artistici.
Conosciamolo meglio nell’intervista che segue con Anna Maggio, nipote del Maestro.
Anselmo Maggio, uno dei maggiori artisti di origine sanseverese. Con che definizione le piacerebbe ricordarlo? Definirei la figura di mio zio Anselmo, sicuramente “elegante” ed “eclettica”.
Quale era il suo rapporto con San Severo? Ci sono dei quadri dedicati alla sua cittadina? Il rapporto che zio Anselmo aveva con la sua città era un rapporto di affetto, legato alle sue esperienze di vita. Infatti pur avendo viaggiato molto da adulto, va detto che ha vissuto la San Severo dei tempi della guerra e della povertà, per poi ritrovarsi in una cittadina in ripresa che si apriva alla cultura, ai giovani laureati, agli spettacoli teatrali. Insomma è stato un uomo d’altri tempi che ha vissuto una città perbene e che vedeva un futuro fatto di miglioramenti: un uomo che amava la sua città giorno per giorno e che da persona propositiva quale era, viveva proiettato nel darle lustro.
Anselmo Maggio ricordava San Severo nelle sue opere in modo complessivo, raffigurando le campagne che la circondano, icone e fonte di vita, come i simboli che la rappresentano da sempre: le chiese, i campanili e la festa patronale.
Alcune sue opere sono ispirate da poesie, in particolare del poeta greco Jannis Ritsos. Che rapporto aveva con la poesia e con la letteratura e come queste ricadevano sulla sua pittura? Zio Anselmo amava l’arte in tutte le sue forme, anche in quella letteraria. I suoi quadri si ispiravano spesso alla poesia, così come alla mitologia, alla storia…. Quelli ispirati alla poesia hanno incontrato spesso gli scritti di Jannis Ritsos, poeta greco che ha scoperto durante un viaggio in Grecia, a cavallo tra gli anni ’60/’70.
A questo filone artistico sono succedute almeno tre mostre: una a Napoli, dove incontrò la moglie di Jannis Ritsos, seguita da una mostra inaugurata ad Atene, caratterizzata dall’accoglienza e dall’intesa con le autorità locali, per finire con l’esposizione a San Severo che ospitò la delegazione greca e la signora Ritsos.
Nel corso della sua carriera artistica ha tenuto molte mostre personali e collettive e ha partecipato ad importanti rassegne, sia in Italia che all’estero, con grande successo di pubblico e di critica. Quale ricordava con maggiore soddisfazione? Ha sempre ricordato tutte le mostre con grande soddisfazione ed emozione, ma forse quella che ricordava in modo particolare era proprio quella svolta ad Atene, per la sinergia, la collaborazione e la particolare accoglienza che lo fece sentire come a casa.
Tanti sono i critici d’arte intervenuti alle mostre personali e collettive a cui ha partecipato. Citiamo: V. Sgarbi, P. Masetta, E. Fravetti, G. De Cicco, V. Cracas, W. Scotti, N.M. Campanozzi ed altri ancora. Con quale critico c’era maggiore intesa? Era legato a tutti da un rapporto di grande intesa e reciproco rispetto, riconoscendo il valore della funzione critica per la valorizzazione del ruolo artistico – ricambiato dall’ apprezzamento dell’ambiente e dei singoli.
Medaglia d’argento del Presidente della Repubblica al Premio Primavera di Foggia, vede molte sue opere presenti in numerose collezioni private e in musei di Italia, Grecia, Stati Uniti e Francia: senz’altro un fiore all’occhiello per San Severo. Quali i progetti per ricordarlo? Di progetti per ricordare e mantenere viva la sua memoria ne ho tanti, rimandati a causa delle conseguenze della pandemia ancora in corso. Senz’altro mi piacerebbe fare una mostra in suo onore, magari qualcosa di permanente che resti nell’archivio della nostra città. Inoltre vorrei soddisfare alcuni dei suoi desideri, espressi prima di lasciarci.
“Il linguaggio dei colori è ciò che influenza il mio inconscio. Il colore, per me, nella vita, vale più di ogni altra cosa e spero di lasciare questo segno, tracciare un solco in questa direzione. ” Anselmo Maggio.