“ANELLI DI ARNEO”-VILLAGGI PROTOSTORICI E STRADA ROMANA: LUNEDì 10 GIUGNO INIZIERANNO Lì GLI SCAVI?
Comunicato Stampa
“ANELLI DI ARNEO”-VILLAGGI PROTOSTORICI E STRADA ROMANA: LUNEDì 10 GIUGNO INIZIERANNO Lì GLI SCAVI?
SIANO SOLO E SOLTANTO SCAVI ARCHEOLOGICI!
No e mai alla realizzazione di un mega impianto industriale fotovoltaico sugli Anelli di Arneo!
Sia un vasto parco archeologico, altro che parco fotovoltaico!!!

Un articolo è comparso online questa settimana su una rivista specializzata nel sostegno al settore delle energie rinnovabili e in particolare del fotovoltaico, vi leggiamo da parte degli interessati alla realizzazione del progetto industriale lì:
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Lunedì inizieranno ulteriori scavi con il costante presidio scientifico della Soprintendenza di Lecce per arrivare fino alla roccia e portare a termine altri studi, così da avere massima certezza dei risultati.
Gli scavi dureranno circa venti giorni.
Verificare con ogni mezzo la storia di questa area. Lo dimostra anche la convenzione che abbiamo firmato con l’Università di Lecce: stiamo finanziando il dottorato di ricerca nella facoltà di Beni culturali proprio per effettuare studi sulla storia dello specifico territorio.
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Sopra alcuni passi estrapolati dall’articolo al link:
Questi nuovi elementi emersi sulla vicenda in oggetto sono ovviamente interessanti e da approfondire.
Ma anziché di un progetto per valorizzare tutti questi aspetti storici, archeologici e paesaggistici con un radicale cambio di rotta come necessario, vi cogliamo un intento di perseguire la maxi trasformazione del sito che un tale enorme impianto industriale lì per la produzione di energia comporterebbe a cancellazione di cotanta unicità e proprio a cancellazione degli iconici Anelli di Arneo. Nonché a sfregio irreparabile delle importanti suggestioni bucoliche, naturali, agricole e ora sappiamo anche con ulteriore certezza protostoriche del vasto sito.
Non commenteremo qui ulteriormente le parole che voi tutti potete leggere nell’articolo sopra linkato, ma voi tutti ve ne potrete fare una idea personale.
IL MEGA FOTOVOLTAICO PRIVATO MA “SOCIALE” E SUL SITO ARCHEOLOGICO!?
Arriva quindi la nuova terminologia in risposta alla nostra mobilitazione, quella di impianto fotovoltaico sì ma “sociale”(?), così oggi viene presentato quello che lì si vorrebbe realizzare. Verrebbero predisposti nei pressi della masseria giochi per bambini, trovati modi per coinvolgere RSA per anziani e disabili, nonché leggiamo della volontà di ubicare alveari lì de facto poi tra i pannelli fotovoltaici al suolo …
Può ciò giustificare un mega impianto fotovoltaico su sito archeologico e su una strada romana a sconquassar tutto e a danno paesaggistico e agricolo?!
Meglio lì qualche gioco per bimbi, lì proprio lì, o coinvolgere i bambini in progetti di archeologia in un paesaggio bucolico antico e non certamente sfigurato dalla trasformazione industriale fotovoltaica? Persino poi con conseguente elevato inquinamento elettromagnetico e pericolosità elettrica!
Una tale distesa di pannelli comporterebbe persino una modifica significativa addirittura dello stesso microclima di quel territorio, ciò sottolineato qui, tra i suoi molteplici impatti, perché si possa avere una misura dell’entità della distesa di mega fotovoltaico in progetto.
Qui una immagine tratta da Google Earth con una magnifica vista sugli Anelli e con una indicazione dimensionale
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10233243252733431&set=a.1888805429917
il segmento giallo che misura circa un chilometro e mezzo tracciato in quelle vastità degli iconici anelli. Ciò anche per una maggiore idea di che devastazione parliamo nella malaugurata ipotesi della costruzione dell’impianto dei mega pannelli in progetto!
E’ il momento anche di visitare il sito in questi giorni, documentare tutto con ogni mezzo e in ogni sua fase, chiedere che i sondaggi di scavo siano fatti con la massima perizia e meticolosità da personale massimamente specializzato e proprio nei punti in cui già emerge tanto materiale archeologico in superficie, come in primis il punto UT3 e poi anche quello UT2 indicato nella stessa relazione archeologica allegata al progetto fotovoltaico e scaricabile dal sito internet della Provincia di Lecce:
Vi estrapoliamo ad esempio da quella relazione archeologica redatta da una archeologa nel 2020 questi passi-concetti: “interferenze, tra aree di progetto ed evidenze antiche, sono state notate durante lo svolgimento di ricognizioni territoriali, in occasione delle quali è stato possibile rilevare alcuni affioramenti inediti di materiale archeologico. Nella fattispecie tre Unità Topografiche sono state riscontrate in corrispondenza dell’area che ospiterà il lotto fotovoltaico in progetto: si tratta di evidenze riferibili all’occupazione protostorica dell’area, rappresentate da areali fittili a media-alta concentrazione di materiale (UT 2, UT 3) o con concentrazione sporadica (UT 1).
Queste testimonianze, che vanno ad aumentare il numero delle evidenze protostoriche per questo settore del Salento, (…) da riferire verosimilmente alla presenza di (…) agglomerati capannicoli. (…)
Nel settore nordoccidentale del campo su cui insiste Masseria Maramonti (UT3) si rinvengono sul terreno testimonianze riferibili all’età protostorica Età del Bronzo, e all’Età del Ferro: diversi frammenti fittili di impasto grezzo non tornito, di cui un’ansa a rocchetto; rari frammenti di impasto grezzo con molti inclusi calcarei genericamente attribuibile all’Età del Ferro.”
Vedi anche qui degli estratti in screenshot da quella relazione archeologica del 2020:
L’area che verrebbe devastata dall’impianto:
Proprio lì ergo: VILLAGGI CAPANNICOLI DELL’ETA’ DEL BRONZO E DEL FERRO!
Già nel 2019 le evidenze archeologiche in superficie, frammenti fittili e ossei in una tipica scura “terra marna” da villaggio protostorico, nell’unità topografica UT3 tra gli Anelli le avevo segnalate alla Soprintendenza nella mia lettera-studio di segnalazione del fenomeno complessivo degli Anelli di Arneo e di quel vasto sito: https://www.academia.edu/49580671/IL_MISTERO_DEGLI_ANELLI_DI_ARNEO_segnalazione_di_Oreste_Caroppo
La mia segnalazione del 2019 alla Sovrintendenza viene anche citata in bibliografia in calce alla redazione archeologica del 2020 sopra citata allegata al progetto.
Possiamo sopra e intorno a tali insediamenti capannicoli, (grandi o piccoli che furono, fortificati o meno, una costellazione di villaggi vicini o uno solo più vasto), “agglomerati capannicoli” di cui si parla proprio nella relazione archeologica del 2020, allegata al progetto industriale fotovoltaico, in merito ai materiali archeologici osservati lì in superficie, insediamenti che già possiamo dire proprio lì frequentati per diversi secoli, dato l’arco temporale ad ora emerso, sia Età del bronzo che Età del ferro, realizzare un mega impianto fotovoltaico? Non vanno vincolati invece? Non va vincolata ad area di rispetto tutta l’area attorno per centinaia e centinaia di metri?
Ma l’area attorno non è neppure un’area qualsiasi, siamo proprio nei misteriosi Anelli di Arneo, che come minimo andrebbero valorizzati e vincolari già solo per la loro unicità paesaggistica come geosito/sito archeologico, non devastati in tal modo dal progetto industriale in questione!
Vi percepiamo una tentativo della controparte di minimizzare su quegli anelli?!
Ma ci sono, sono evidentissimi, eppure leggiamo nell’articolo sopra linkato in cui si annunciano gli scavi: “Abbiamo incaricato esperti di effettuare una perlustrazione con georadar per verificare se ci fossero anomalie sotto il terreno, ma non è emerso nulla“.
Ma della presenza di quegli anelli, della loro esistenza lì se ne prende atto anche nella relazione archeologica del progetto redatta nl 2020, sebbene lì non se ne dà una spiegazione né della loro origine né del perché tale frequentazione umana proprio lì.
Estraiamo in merito dalla stessa relazione archeologico del 2020 allegata al progetto e sopra già menzionata:
“Si segnalano, in questa sede dedicata all’inquadramento geomorfologico, il
rilevamento di anomalie fotografiche (…) Il contrasto cromatico, che è possibile notare in più settori prossimi all’area in progetto, si riferirebbe allo stesso substrato geologico che interferisce nella crescita differenziata della vegetazione generando il binomio del tipo verde chiaro – verde scuro. Quest’anomalia si rileva esclusivamente in campi coltivati a seminativo in cui la crescita differenziata della coltura, in questo caso grano o fieno, è maggiormente accentuata (…) lo studio del territorio da immagini aeree, riguarda il rilevamento presso località Masseria Maramonti di tracce da vegetazione che definiscono una inconsueta forma ad anelli concentrici (…) Coerentemente con la classificazione canonica di traccia da vegetazione, nella località è possibile notare un’alternanza cromatica del tipo verde chiaro – verde scuro riferibile ad una probabile alternanza di elemento positivo – elemento negativo.“
Nella relazione archeologica se ne rimanda la spiegazione allo studio geologico del sito, ma la relazione geologica allegata al progetto dell’impianto lì ignora, non ne prende atto di quegli anelli che l’archeologa definisce “INCONSUETI”, eppure qualcosa sono, basti vedere ad esempio queste immagini dall’alto:
guardate ad esempio i tratti più scuri qui ad Ovest del centro degli Anelli
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10232776625948053&set=pcb.10232776497424840
Qui più in dettaglio:
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10232776631388189&set=pcb.10232776497424840
Se riuscite a scorrere le immagini di questo album su Facebook tanti dati di approfondimento:
Qui la vista degli Anelli già in foto aeree degli anni ’50:
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10232776160016405&set=pcb.10232776497424840
Anche una rivista online di archeologia ha dato spazio in questi giorni allo scandalo di un mega impianto fotovoltaico su un sito archeologico protostorico e su una antica strada romana:
Fate girare la raccolta firme, mi raccomando!
-) Non si possono ubicare i pannelli fotovoltaici sopra distese di cocci dell’Età del ferro e dell’Età del bronzo segno di antichi insediamenti, né nei loro dintorni
-) Non si possono sconquassare percorsi per ubicarvi i cavidotti quando questi sono stati individuati come tracciati di una importante antica via messapica e romana, la via romana Traiana Sallentina nel caso in questione
-) Non si possono devastare e coprire forme tanto iconiche e “inconsuete” come quelle degli “Anelli di Arneo” visibili dall’alto e definiti “l’Occhio del Salento”
-) Non si possono fagocitare antiche masserie tra distese industriali di pannelli fotovoltaici e cavi elettrici
-) Non si può compromettere in tal modo il paesaggio goduto da una strada definita come paesaggistica nel Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia (PPTR)
-) Non si possono ubicare tali pannelli su ben 92 ettari di suolo naturale ed agricolo cambiando così persino il micro-clima della zona!
A cosa servono le valutazioni di impatto ambientale con tanto di relazione archeologica per stabilire se autorizzare questi impianti se proprio quella relazione archeologica ufficiale e commissionata dalla stessa ditta fotovoltaica, quindi persino di parte pensiamo al paradosso del caso, racconta la presenza di quei reperti e di quelle strade romane definendo un rischio archeologico massimo (“ALTO”), e se proprio pur alla luce di tutto questo l’impianto viene autorizzato?!
Ma di che presa in giro si parlerebbe allora?!
Nessun compromesso tra archeologia, paesaggio, agricoltura tradizionale e restauro nel buon principio del “dove era e come era” da un lato e industria per la produzione di energia dall’altro è consentibile!
Valore SOCIALE etica sociale è fare economia dalla valorizzazione del territorio, anche archeologica, non stravolgerlo e devastarlo per l’industria energetica!
Lì in Arneo a Maramonti rapida riconversione del progetto in parco archeologico, altro che parco fotovoltaico!!!
PER APPROFONDIMENTI
GRAZIE TANTE A TUTTI VOI!
E’ il momento della massima incisività, fermezza, attenzione per la tutela del nostro territorio, del suo paesaggio e della sua storia ancora ignota!
La PETIZIONE
firma e condividi!
Una petizione per chiedere di salvare l’ “ATLANTIDE SALENTINA”:
Stop al mega fotovoltaico che minaccia di distruggere l’importante sito protostorico degli “Anelli di Arneo” e la via romana Traiana Sallentina!

Una petizione per chiedere di salvare l’ “ATLANTIDE SALENTINA”: Stop al mega fotovoltaico che minaccia di distruggere l’importante sito protostorico degli “Anelli di Arneo” e la via romana Traiana Sallentina!
Appello a tutte le istituzioni territoriali, comuni, province, regione, governo, ed altri organi competenti, soprintendenze, ecc. affinché sia ritirata in autotutela ogni autorizzazione già concessa e sia tutto sottoposto a inviolabile vincolo archeologico-paesaggistico!
Urge ora il ricorso al Presidente della Repubblica ed ogni altra strategia volta alla tutela del sito.
Con il gruppo aperto “SALVAR gli Anelli di Arneo” abbiamo lanciato una petizione che si può firmare anche online per chiedere di tutelare massimamente il sito archeologico degli Anelli di Arneo in contrada Masseria Maramonti in feudo di Nardò (provincia di Lecce) nell’entroterra di Torre Lapillo e Porto Cesareo minacciato dal progetto di un mega impianto industriale fotovoltaico.
Rischiamo l’imminente assurda distruzione di un vasto sito di comprovata valenza archeologica (con evidenti testimonianze di insediamenti riferibili almeno all’Età del bronzo e all’Età del ferro), nonché tra i più iconici misteriosi e interessanti del territorio italiano pugliese e salentino: si tratta dell’ormai famoso sito dei grandi enigmatici Anelli concentrici di Arneo visibili dall’alto, che hanno il loro fulcro nel territorio di Masseria Maramonti, estendendosi poi ulteriormente nell’area circostante comprendente la Masseria con chiesetta di Santa Chiara, ecc.
Siamo nell’immediato entroterra di Torre Lapillo in feudo di Nardò (in provincia di Lecce) e nei pressi del borgo di Boncore, nella vasta contrada salentina di Arneo.
Nelle ultime settimane tutta l’area di Masseria Maramonti ha visto da parte del Consiglio dei Ministri l’approvazione scandalosa di un mega impianto fotovoltaico da realizzarsi proprio lì con tutte le sue ulteriori infrastrutture di supporto; si è decretato in maniera pazzesca “esito positivo” alla Valutazione di Impatto ambientale dell’impianto:
vedi https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/8639 .
articolo di RaiNews https://www.rainews.it/tgr/puglia/articoli/2024/02/il-cdm-approva-tre-impianti-fotovoltaici-ad-apricena-san-paolo-di-civitate-e-nardo-fab43bc7-077a-4af9-a50a-36831ca2a77c.html
Una approvazione che ha de facto ignorato tutte le certificate valenze archeologiche del sito nonché delle antiche strade che conducono ad esso, confermate persino dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, nonché dalla Soprintendenza speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (ufficio di livello dirigenziale generale straordinario del Ministero della Cultura Ministero per i Beni Culturali) che scrive in avversione al progetto:
“L’intervento in oggetto si inserisce all’interno di un comprensorio territoriale caratterizzato da un patrimonio archeologico denso e diffuso per il quale i dati noti da bibliografia costituiscono solo una parte di un quadro più ampio di testimonianze materiali riconducibili a diverse epoche storiche, soprattutto all’età protostorica e con continuità di vita in età messapica romana e medioevale, dato non comune nel territorio Salentino ed evidentemente legato alla lunga durata della viabilità antica. (…)
Il parco fotovoltaico impatta notevolmente sulla lettura del paesaggio della strada provinciale SP 359 qualificata come strada panoramica dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale PPTR“, per un impatto che colpirebbe anche il paesaggio della prossima tutelata area del Parco di Porto Cesareo.
(Nel virgolettato sopra estratti dal documento con cui la Soprintendenza speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR del Ministero della Cultura ha espresso nel 2023 “parere negativo” al progetto industriale fotovoltaico lì a Masseria Maramonti utilizzando la istruttoria redatta dalla locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio competente territorialmente; vedi: https://va.mite.gov.it/File/Documento/891250).
Tutto questo senza bisogno di citare neppure la presenza degli anelli, che lì si vedono solo dall’alto, per evidenziare le peculiarità archeologiche del sito. Anelli misteriosi ad oggi e definiti “inconsueti” nella relazione archeologica allegata al medesimo progetto del mega impianto fotovoltaico lì proposto.
La nascita del grande interesse scientifico-archeologico per questo luogo si data intorno all’ottobre del 2012 quando degli amici mi informarono che qualcuno aveva pubblicato sul sito web Panoramio in riferimento a quella zona le immagini satellitari/aeree che si potevano osservare in Internet grazie a Google Earth e altri siti che permettono l’esplorazione del territorio dall’alto.
Ebbene, apparivano lì, e appaiono tutt’ora, dei grandi anelli concentrici, o meglio dire iscritti uno nell’altro, assai circolari al centro e che assumono via via forme meno circolari anche con una sorta di angoli, anelli non percepibili lì a livello del suolo, ma ben visibili e leggibili dall’alto. L’area da essi occupata ha un asse maggiore superiore ai due chilometri. Si sviluppano in una vasta area pianeggiante ad una quota che varia al massimo tra i 29 e i 24 m s.l.m. L’anello centrale ha un diametro medio di circa 100 m e presentava in quelle immagini quasi come delle aperture, una o due, dei passaggi si direbbe. Il centro del primo anello dista dalla linea di costa, il seno sabbioso di Torre Lapillo, poco più di 2 km. Il titolo dell’immagine era “Gli Anelli di Arneo”.
Il contrasto cromatico di questi anelli aumenta nelle stagioni dell’anno più fresche e piovose, e diminuisce durante la stagione secca, come ho potuto verificare osservando immagini satellitari dello stesso sito tratte in mesi e anni differenti.
Comunicai allora nell’ottobre del 2012 la presenza di quel fenomeno su Facebook con un mio post invitando tutti a dare il loro contributo per spiegare quello strano ed entusiasmante fenomeno. Ne nacque una interessante e partecipatissima discussione su Facebook per cercare di svelare il mistero di quei suggestivi grandi segni cromatici.
Divenne allora quella singolare formazione che non aveva uguali nella Penisola salentina, l’ “Occhio del Salento”, come il famoso “Occhio del Sahara” quest’ultimo una struttura assai più vasta ma comunque sempre ad anelli concentrici in vista dall’alto.
Non se ne venne a capo. Nel mese di settembre del 2019 tornato ad interessarmi di quel mistero decisi che era giunto il momento di recarmi in quel luogo per la prima volta personalmente, dalla mia città relativamente distante. Giungere lì per cercare di comprendere quell’enigma. Così, arrivato proprio in quel sito, con grande stupore, meraviglia e contentezza riconosco lì tra la terra scura numerosi frammenti proprio di quella ceramica che nei musei salentini viene esposta in relazione a locali civiltà protostoriche, vedo anche il resto di un ansa a rocchetto di un vaso protostorico e frammenti di osso, scatto qualche foto per la segnalazione a quel punto del sito alla competente Sovrintendenza Archeologica.
Non solo, vengo a sapere da gente del luogo che da quel sito degli enigmatici Anelli secondo diversi studiosi passa proprio il percorso della strada romana Traiana Sallentina della quale in alcuni punti lì in zona emergono anche antiche carrarecce, i segni scavati sulla pietra affiorante delle ruote dei carri nei secoli.
Vedi: LA VIA SALLENTINA
La presenza di quel materiale archeologico lì in superfice tra gli Anelli e della strada romana che verrebbe persino sconquassata dal passaggio dei cavidotti dell’impianto, aspetti di cui tratto nella mia relazione del 2019 inviata alla Soprintendenza del 2019, vengono confermate poi l’anno dopo persino dall’archeologa che realizza per conto della ditta la relazione archeologica da allegare al progetto di mega-fotovoltaico industriale proprio lì. Con grande onestà intellettuale nella Carta di rischio archeologico da allegare al progetto l’archeologa evidenzia i massimi livelli di rischio archeologico a seguito della presenza del tracciato viario romano dove dovrebbero passare i cavidotti per centinaia di metri e dei reperti arcaici in superfice là dove tutto verrebbe danneggiato per l’ubicazione di pannelli fotovoltaici e loro sostegni, pali, cablaggi, cabine elettriche, ecc. …
Spieghiamo ora perché il suggestivo nome di “Atlantide salentina” per il sito dei misteriosi Anelli di Arneo oggi minacciati dal mega-fotovoltaico?
Quegli anelli lì sono affascinanti, misteriosi, che origine?
Sono preesistenti come si può vedere alle stradine e ai confini poderali che passando sopra di essi intersecandoli.
Qui vi segnalo questo post facebook ricco di immagini per confronti e approfondimenti: https://www.facebook.com/oreste.caroppo.9/posts/10232776497424840
Non sappiamo l’origine di quegli anelli, sono ancora un mistero da svelare, ma sappiamo dai reperti emersi lì già solo in superfice che proprio lì tra di essi vi furono insediamenti umani almeno dell’Età del bronzo e dell’Età del ferro.
Vedi a tal fine la relazione archeologica allegata al progetto del mega fotovoltaico lì scaricabile dal sito ufficiale della Provincia di Lecce: https://www.provincia.le.it/ver_ine_nardo_srl/
Da qui il nome di Città degli Anelli. Ma il nome vero di quel sito insediativo e/o sacro non lo conosciamo, ma un nome certamente lo aveva!
E perché la chiamiamo oggi la “Atlantide salentina” con questo nome evocativo?
L’ovvia suggestione nasce dal paragone di quelle forme con quelle della mitica e scomparsa famosissima capitale di Atlantide descritta dal filosofo Platone come una città protostorica avente una struttura ad anelli concentrici alcuni colmi di acqua di mare alternati ad altri di terra, il tutto non molto distante dalla costa. Ergo proprio in una piana in posizione paralitoranea, tra il mare e i rilievi dell’entroterra, (qui una immagine, tratta dal web, in cui la si disegna sulla base del racconto di Platone).
In conclusione:
Fondamentale pertanto ora un interessamento di tutti gli enti preposti, comuni del circondario (Porto Cesareo, Leverano, Veglie), il Comune di Nardò in primis nel cui feudo ricade Masseria Maramonti, l’Ente del prossimo Parco di Porto Cesareo, la Soprintendenza, Provincia di Lecce, Regione Puglia, Ministero per i Beni Culturali, associazioni del territorio interessate alla tutela dei beni ambientali, paesaggistici e culturali, comuni cittadini, cultori e accademici, per la apposizione dei vincoli estesi, (ancora mancanti data la relativamente giovane segnalazione alla Soprintendenza, nel 2019, del sito archeologico degli Anelli di Arneo), su tutta la vasta area degli Anelli di Arneo come insolito fenomeno geologico/antropologico, da approfondire con ulteriori studi e scavi archeologici nella sua genesi, nonché sui tracciati della possibile via romana Traiana Sallentina affinché non siano compromessi da scassi con mezzi meccanici per il passaggio di cavidotti o altra rete infrastrutturale, (incluse ciclovie che dovessero essere progettate inadeguatamente), ma tutelati anche paesaggisticamente con muretti a secco, staccionate in legno, senza impianti di illuminazione dai design hi-tech anacronistici, né manti di asfalto o cemento.
Il mega impianto fotovoltaico di Masseria Maramonti andrebbe a distruggere, cancellare se non fermato, ben 92 ettari di territorio proprio dell’area dove insistono questi anelli e reperti archeologici già evidenti in superficie e persino il cuore della formazione di quegli anelli, nonché gli individuati tracciati della via romana per centinaia e centinaia di metri!
Un tale sito va vincolato per la sua unicità e iconicità, quale che fosse la natura di quel fenomeno degli anelli da approfondire, geologica-naturale quindi un geosito o antropica-archeologica ergo un sito archeologico o entrambe le cose (un geosito che per alcune sue peculiarità aveva attratto antichi stanziamenti umani proprio lì?).
Urge anche rimarcare il recente DECRETO-LEGGE AGRICOLTURA del 15 maggio 2024, n. 63 che afferma il divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone agricole. Occorre fare valere i buoni principio di questo decreto in maniera retroattiva anche contro il mega impianto di Arneo a Masseria Maramonti.
Importante anche a tal fine, per guadagnare tempo, presentare al più presto e nei tempi il ricorso al Presidente della Repubblica contro la folle approvazione da parte del Consiglio dei Ministri nel mese di febbraio del 2024 dello scandaloso mega impianto fotovoltaico di Masseria Maramonti che cancellerebbe e danneggerebbe tutto questo patrimonio, di cui ha alta valenza anche proprio la sua libera vista dall’alto, per lasciar posto a ettari ed ettari di pannelli fotovoltaici, cemento, metallo e cavi elettrici, nonché innumerevoli operazioni di pesante scavo.
Ma ovviamente tutte le vie legali, politiche e civiche sono da percorrersi per fermare cotanto scempio inaccettabile inammissibile intollerabile!
La profanazione si nutrirebbe di omertà se restassimo tutti zitti. Io dico No!
Il vasto sito deve essere ora vincolato con massima urgenza!
Grazie per il sostegno,
condividete per favore la petizione in gruppi facebook e con ogni altro mezzo, non è solo importante il numero che raggiungeremo, quanto fare conoscere questa emergenza assurda a quante più persone e si spera a quanti più giornalisti d’inchiesta.
GRAZIE e CONDIVIDIAMO! SALVIAMO LA “ATLANTIDE SALENTINA”!
PER APPROFONDIRE SU QUESTO LUOGO MISTERIOSO RICCO DI STORIA E SULLA CORRELATA EMERGENZA RIMANDO A QUESTO DOSSIER: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/salviamo-l-atlantide-salentina-stop-al-mega-fotovoltaico-che-minaccia-di-distruggere-limportante-sito-protostorico-degli-anelli-di-arneo-e-la-via-romana-traiana-sallentina-sia-tutto-sott/
Qui un servizio tv sull’emergenza: https://www.youtube.com/watch?v=Rg6lTwABtj8
Qui di seguito si può ascoltare anche un audio riassuntivo descrittivo del misterioso luogo intriso di storia nei millenni e del pericolo di devastazione e scempio che oggi corre: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/wp-content/uploads/2024/05/Intervista-ad-Oreste-Caroppo-del-16-maggio-2024-sugli-Anelli-di-Arneo-trasmessa-da-MondoRadioTuttiFrutti.mp3
Urge massimo impegno di tutto il territorio!