Dal 23 ottobre al 3 novembre | la tournée di Diario di un brutto anatroccolo di Factory Compagnia Transadriatica prosegue nei Paesi Bassi e in Belgio
Comunicato Stampa
DAL 23 OTTOBRE AL 3 NOVEMBRE LA FORTUNATA TOURNÉE DI DIARIO DI UN BRUTTO ANATROCCOLO DI FACTORY COMPAGNIA TRANSADRIATICA PROSEGUE NEI PAESI BASSI E IN BELGIO.
Dal 23 ottobre al 3novembre tra Paesi Bassi e Belgio continua il fortunato viaggio di Diario di un brutto anatroccolo di Factory Compagnia Transadriatica, coprodotto da Tir Danza e Fondazione Sipario Toscana, per la regia di Tonio De Nitto. Lo spettacolo, ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, che vede come protagonista la giovane attrice e danzatrice, portatrice di sindrome di Down, Francesca De Pasquale, in circa otto anni di repliche in giro per il mondo ha ottenuto importanti riconoscimenti come al Kotor Festival of Theatre for Children in Montenegro e al Festival di Hamedan in Iran, dove nel 2017 ha conquistato ben sette premi. Factory Compagnia Transadriatica è un realtà salentina che dal 2009 svolge attività di produzione di spettacoli in prosa e per le nuove generazioni, realizzazione di progetti di cooperazione internazionale, organizzazione di festival e rassegne e conduzione di laboratori teatrali. Il Diario di un brutto anatroccolo è stato il primo di una lunga serie di lavori in cui la compagnia sperimenta la creazione di ensemble artistici composti da attori disabili e non. Dopo varie tournée in Galles, Francia, Spagna, Turchia, Romania, Hong Kong, Iran, Montenegro, Svizzera, lo spettacolo approda per la prima volta nei Paesi Bassi con ottomesse in scena e due repliche anche in Belgio, toccando otto città ed approdando all’interno di festival, vetrine, teatri e rassegne di prestigio, dove Factory avrà modo di incontrare nuovi pubblici e operatori nazionali e internazionali. Il tour prenderà il via mercoledì 23 ottobre al Schouwburg Concertzaal di Tilburg, proseguirà giovedì 24 con uno sconfinamento in Belgio per due repliche al Cultuurcentrum di Knokke-Heist, per poi tornare nei Paesi Bassi con gli appuntamenti di sabato 26 al Chassé Theater di Breda e domenica 27 al De Kom di Nieuwegein. Mercoledì 30 si riparte al Leidse Schouwburg di Leiden, giovedì 31 al Festival de Betovering di Den Haag, venerdì 1 e sabato 2 novembre al Festival Het Avontuur di Leeuwarden per concludere domenica 3 allo Spot di Groningen.
DIARIO DI UN BRUTTO ANATROCCOLO
Nello spettacolo si gioca con leggerezza e creatività a trasformare piccoli elementi contemporanei per evocare ogni singola situazione della fiaba, attraverso le musiche originali composte da Paolo Coletta che reinterpreta Tchaikovsky assieme alla collaborazione al movimento coreografico di Annamaria De Filippi, alle luci di Davide Arsenio, ai costumi di Lapi Lou e alle scene di Roberta Dori Puddu. Sul palco Ilaria Carlucci, Luca Pastore, Fabio Tinella e Francesca De Pasquale, attrice e ballerina con la sindrome down. “Diario di un brutto anatroccolo” coniuga il teatro e la danza a partire da un classico per l’infanzia di Hans Christian Andersen. Uno spettacolo attraverso il quale Factory continua l’indagine sul tema della diversità/identità e dell’integrazione attraverso un linguaggio semplice ed evocativo. Un anatroccolo oltre Andersen che usa la fiaba come pretesto per raccontare una sorta di diario di un piccolo cigno, creduto anatroccolo, che attraversa varie tappe della vita come quelle raccontate nella storia originale, e compie un vero viaggio di formazione alla ricerca di se stesso e del proprio posto nel mondo e alla scoperta della diversità come elemento qualificante e prezioso. La nascita e il rifiuto da parte della famiglia, la scuola e il bullismo, il mondo del lavoro, l’amore che arriva inatteso e che presto può scomparire anche per cause esterne non riconducibili a noi, la caccia e poi la guerra come orrore inspiegabile agli occhi di chiunque, tappe di un mondo ostile, forse, ma che resterà tale solo sino a quando il nostro “anatroccolo” non sarà in grado di guardarsi negli occhi e accettarsi così come è, proprio come accade al piccolo anatroccolo della fiaba di Andersen che specchiandosi nel lago scopre la propria vera identità. Non bisogna nascondere le cicatrici accumulate nella vita, perché possono e devono invece diventare il nostro tesoro.