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 GALLIPOLI OSPITA “VISIONI MEDITERRANEE. OPERE DI RENATO GUTTUSO”

Comunicato Stampa

IERI L’INAUGURAZIONE

Sindaco Minerva: “Rinnovo l’impegno dell’Amministrazione a fare della cultura un pilastro della nostra identità e del nostro futuro”

È stata inaugurata ieri, alla presenza del sindaco Stefano Minerva e del coordinatore Lorenzo Madaro, “Visioni mediterranee. Opere di Renato Guttuso” che ospita i capolavori di uno dei più grandi artisti del Novecento italiano.

La mostra, visitabile fino al 15 ottobre presso il Castello di Gallipoli, è coordinata da Lorenzo Madaro – storico dell’arte, professore all’Accademia di Belle Arti di Brera – è promossa dal Comune di Gallipoli in collaborazione con MostreLab e Galleria De Bonis, e rappresenta una tappa importante nel percorso di valorizzazione culturale della città, frutto del lavoro sinergico tra assessorato alla Cultura e assessorato al Patrimonio.

“L’inaugurazione della mostra rappresenta per Gallipoli non solo un importante appuntamento culturale, ma anche un segno concreto della nostra volontà di investire in bellezza, arte e memoria. Portare le opere di un maestro come Guttuso nelle sale del nostro Castello significa offrire a cittadini e visitatori un’occasione straordinaria per riscoprire, attraverso il suo sguardo, l’anima profonda del Mediterraneo. Gallipoli si conferma così crocevia di linguaggi, emozioni e, appunto, visioni. Questa mostra, che resterà con noi per tutta l’estate, è un invito a rallentare, osservare, lasciarsi toccare dall’intensità dei colori e delle forme, ma soprattutto a riconoscersi in un paesaggio – quello del Sud – che continua a generare arte, pensiero e resistenza poetica. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo evento e rinnovo l’impegno dell’Amministrazione a fare della cultura un pilastro della nostra identità e del nostro futuro”. – dichiara il sindaco Stefano Minerva, con delega alla Cultura.

La mostra

Visioni mediterranee. Opere di Renato Guttuso” propone una lettura intensa e articolata del percorso del maestro siciliano, tra impegno politico e raffinatezza estetica. Artista dal temperamento passionale, Guttuso ha concepito la pittura come uno strumento di lotta e racconto sociale, restituendo, con il suo tratto energico e le sue visioni mediterranee, un’Italia frammentata, ma carica di vita e contraddizioni.

In mostra, capolavori come “Nudo senza volto” (1957) e “Nudo rosso” (1962) evidenziano l’erotismo espressionista e il neorealismo dei corpi, mentre “La Battaglia di Ponte Ammiraglio” (1949) e “Tetti di Roma” (1957) restituiscono lo sguardo di Guttuso su un’Italia in trasformazione. Ogni sezione della mostra sarà accompagnata da testi di approfondimento in italiano e inglese, per guidare il pubblico nel mondo complesso e appassionato dell’artista.

L’artista

Renato Guttuso (Bagheria, 1911 – Roma, 1987) ha attraversato tutto il Novecento con un’arte intensa, sociale e profondamente radicata nella realtà. Attivo nel Partito Comunista Italiano, ha dato voce con i suoi quadri alla quotidianità delle classi popolari, alle tensioni sociali e culturali del suo tempo, dialogando con grandi personalità dell’arte e della politica, da Pablo Picasso a Joseph Beuys, da Alberto Moravia a Togliatti. Il suo lavoro è conservato nelle maggiori istituzioni italiane e internazionali, e continua a parlare al presente con forza e chiarezza.

Per informazioni:  comunicazione@comune.gallipoli.le.it

Castello di Gallipoli, piazza Imbriani – centro storico di Gallipoli

17 aprile – 15 ottobre 2025

Orari di apertura al pubblico: 

•⁠ fino al 31/05 dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 20:00;

•⁠ dall’ 1/06 al 30/06 dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 22:00;

•⁠ ⁠dall’ 1/07 al 31/08 dalle ore 10:00 alle ore 24:00;

•⁠ dall’ 1/09 al 30/09 dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 21:00;

•⁠ dall’ 1/10 al 15/10 dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 20:00

Biglietti: 10€ intero / 7€ ridotto

Profilo biografico dell’artista

Renato Guttuso nasce a Bagheria (Palermo) nel 1911. I suoi primi disegni risalgono all’età di tredici anni, quando per influenza del padre acquarellista e ispirato dai colori del futurismo siciliano, scopre il suo talento di pittore. La prima mostra collettiva nel 1928 a Palermo dà inizio alla sua carriera. Si trasferisce già nel 1930 a Roma. Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, che abbandona dopo poco per dedicarsi completamente alla pittura. La partecipazione alla Quadriennale d’Arte del 1931, presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, fa conoscere il suo lavoro anche a livello internazionale. Nel 1932 partecipa a una collettiva di artisti siciliani alla galleria Il Milione a Milano. Nel 1935 incontra Mimise Dotti, donna aristocratica milanese di raffinata cultura, la fedele compagna della sua vita. Inizia sempre in questo periodo lombardo il servizio militare, anche se non smette di dipingere. A Milano si inizia a frequentare con artisti quali Renato Birolli, Giacomo Manzù, Lucio Fontana e scrittori come Salvatore Quasimodo. Alla fine degli anni Trenta si trasferisce stabilmente a Roma e aderisce clandestinamente al Partito Comunista Italiano (PCI). L’attività artistica si inizia ad intrecciare progressivamente con la scrittura e la vita politica, avviando collaborazioni con diverse testate giornalistiche, tra le altre “Il Policlinico” e “L’Unità”.

Agli inizi del 1940 realizza la Crocifissione, un’opera simbolo della sua poetica, che suscita indignazione nel pubblico ecclesiastico, tanto da portare alcuni vescovi a impedirne la visione. Nel 1941 si sposa con Mimise Dotti a Roma. Negli stessi anni esordisce come scenografo, in particolare per il teatro, collaborando con registi e compagnie. Fa amicizia con l’ingegnere e critico d’arte Alberto Della Ragione, uno dei principali fautori della “rivoluzione artistica” che Guttuso rappresenta, ossia quella dell’arte come mezzo di impegno sociale e politico. Tra il 1945 e il 1946 riprende l’attività di critico d’arte e incontra Pablo Picasso a Parigi. Nel 1946 fonda insieme a Renato Birolli, Giulio Carlo Argan e Corrado Maltese il Fronte Nuovo delle Arti, con l’intento di liberare le tendenze artistiche dalla soppressione della dittatura fascista. La critica al sistema dell’arte si fa sempre più tagliente, come in occasione della XXIV Biennale di Venezia nel 1948, quando al Fronte viene dedicata un’intera sala, vicino a un consistente nucleo di opere di Picasso.

Nel 1949 Guttuso fu esiliato da Roma a causa delle sue convinzioni politiche e del suo attivo coinvolgimento con il Partito Comunista Italiano (PCI), in questo periodo l’Italia è sotto il controllo di forze politiche che ostacolano le sue idee comuniste e socialiste. Della Ragione, che condivideva la sua posizione, lo sostenne e lo accolse a Genova, dove il pittore trovò rifugio.

Entra clandestinamente nella Capitale nel 1950 e prende parte alla resistenza antifascista. Nello stesso anno incontra Marta Marzotto, una donna di grande bellezza e carisma, coinvolta nel mondo dell’arte e della cultura. Lei era ancora sposata e la loro relazione inizialmente segreta diventa presto pubblica. Nelle estati degli anni Cinquanta Guttuso trascorre molto tempo nel Sud Italia, e ciò lo porta ad avviare un ciclo di quadri sui paesaggi marini e sui pescatori. Si fa sempre più concreto il suo intento di una fusione tra la sua militanza politica e il suo impegno nell’arte, mirate a raccontare e dare voce alla vita quotidiana delle classi popolari.

Il Sessantotto si apre con un nuovo ciclo di lavori sulle contestazioni politiche di strada e con l’opera La notte di Gibellina (1970), dedicata al terremoto in Sicilia. Negli anni seguenti dipinge altri capolavori come I Funerali di Togliatti (1972), oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Bologna, e la Vucciria (1974). Viene eletto nel 1976 senatore della Repubblica per il PCI nel collegio della circoscrizione della città di Sciacca (AG) in Sicilia. Gli anni Ottanta sono caratterizzati da numerose commissioni pubbliche come il grande murales Fuga in Egitto a Varese e l’affresco nel teatro lirico di Messina. Nel 1987 si spegne a Roma, lasciando incompiuta l’opera Nella stanza le donne vanno e vengono. Dopo la morte molte opere vengono affidate alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, altre al Museo Guttuso, nella Villa Cattolica di Bagheria. Nel 1992 viene fondato il centro Archivi Guttuso dal figlio adottivo Fabio Carapezza Guttuso, nell’atelier di Palazzo Grillo a Roma.

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