MARIO CRESCI “Homo ludens” Lecce dal 26 luglio al 15 settembre 2024
Opening: 26 luglio 2024
Comunicato Stampa
UNA DOPPIA ESPOSIZIONE: APERTURA NEGLI SPAZI DEL CASTELLO E A SEGUIRE IN QUELLI DI linea
Bastione S. Trinità, Castello Carlo V, Lecce (via XXV luglio) | ore 18
linea, Lecce (via D’Annunzio 77) | ore 20:30
Un progetto di linea
Mostra a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo
Opere di Mario Cresci
La personale di Mario Cresci nel Salento, con oltre 30 opere, che diverrà collezione permanente del Museo della Ceramica di Cutrofiano (Le)
linea, spazio di studio, ricerca e promozione dell’arte contemporanea e della fotografia d’autore, inaugura venerdì 26 luglio 2024 “Mario Cresci. Homo ludens”, personale di Cresci tra i più importanti e ricercati fotografi dello scenario nazionale. Un percorso espositivo che trova spazio nei bastioni del Castello Carlo V di Lecce, luogo d’interesse storico, contenitore culturale d’eccellenza della città. La mostra, a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo, si inserisce nell’ambito del progetto Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Cresci si confronta così con l’homo ludens in grado di creare una relazione possibile con il tutto attraverso il gioco e il mito. Per farlo, esplora la produzione ceramica del territorio leccese, realizzando oltre 30 opere fotografiche destinate, in ultimo, al Museo della Ceramica di Cutrofiano. L’homo ludens, indagato da Johan Huizinga nel suo celebre saggio del 1938, crea il suo territorio da esplorare e allo stesso tempo esplora la propria creazione. Si tratta di una dimensione di libertà e non di casualità che, nel rapporto con la materia, si pone al confine tra improvvisazione e determinazione. Il gioco, www.lineaproject.com
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categoria primaria e autonoma dell’attività umana, elemento pre-culturale in grado di mettere in relazione le persone, di rappresentare, di generare un sistema e di alimentare la creatività, diventa per Cresci uno strumento metodologico per avvicinarsi al lavoro dei ceramisti di Cutrofiano, come Pinu Rizzu, che in una giornata di lavoro arrivava a realizzare a mano fino ad un centinaio di fischietti di ceramica.
Cresci, iniziatore negli anni Settanta di un approccio analitico alla fotografia come chiave di accesso alla profondità della cultura immaginativa legata alla produzione artigianale del mezzogiorno, si interessa dunque alle ceramiche cutrofianesi e a oggetti di matrice ludica divenuti identitari, e va oltre. La ceramica, in passato considerata l’alfabetismo, il leggere dei popoli, diventa emblema della dicotomia tra unicità del gesto creativo e riproducibilità, caratteristiche, queste, della fotografia e della grafica.
L’animismo degli oggetti emerso dalla precedente produzione fotografica di Cresci assume una dimensione quasi ironica, per avventurarsi in una rappresentazione del “come se” che ha luogo in un cerchio magico con regole molto specifiche ma anche molto arbitrarie.
L’homo faber è quello che ha il controllo sulla materia. L’homo ludens sembra meno interessato al controllo sulla materia, quanto piuttosto alla possibilità di definire una propria dimensione, una propria sfera di azione dove tutto è possibile, ripetibile e sempre diverso.
IL PROGETTO
Homo ludens nasce come progetto di committenza proposto da linea, con il titolo Spazio Materia Azione, nell’ambito del Bando Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Il progetto prevede una proposta espositiva articolata su due sedi, con l’intento di valorizzare le diverse opportunità di approfondimento offerte dalle realtà culturali del territorio leccese.
Una parte della nuova produzione di Mario Cresci è esposta presso il Bastione S. Trinità del Castello www.lineaproject.com
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Carlo V di Lecce, con una mostra che comprende fotografie a colori, documenti d’archivio dalla storica serie Misurazioni, del 1979, ed una selezione di fischietti e documenti dal Museo della Ceramica di Cutrofiano. linea al contempo presenta un focus della nuova produzione dedicato al rapporto tra fotografia e grafica, accompagnato da disegni e documenti che raccontano il processo creativo dell’artista.
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Chiavari, 1942. Mario Cresci vive e lavora a Bergamo; dagli anni sessanta in poi è l’artista italiano che segna con il suo lavoro lo sviluppo di un linguaggio sperimentale innovativo nell’ambito della fotografia. La sua ricerca si è sempre rivolta a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo usando il mezzo fotografico come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale.
Il complesso lavoro di Mario Cresci è radicato negli studi multidisciplinari iniziati nel 1963 all’Industrial Design di Venezia ed è caratterizzato, quando si trasferisce a Roma nel ’68, dall’incontro con i principali protagonisti dell’Arte Povera e in particolare Pino Pascali, Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Alighiero Boetti. Nel 1969 progetta e realizza il primo Environnement fotografico in Europa alla Galleria Il Diaframma di Milano, mostrando mille cilindri trasparenti contenenti altrettante fotografie, anch’esse trasparenti, sul consumismo dell’epoca.
Tra le più importanti esposizioni personali si ricordano: La fotografia del no alla GAMeC di Bergamo (2017); Le case della fotografia alla GAM di Torino (2004); la mostra itinerante Forse Fotografia, rispettivamente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna (2010), all’ING di Roma (2010-11) e infine al Palazzo Lanfranchi di Matera (2011); In aliam figura mutare al Castello Sforzesco di Milano (2016) e Ri-creazioni a Camera di Torino (2016). L’anno 2023 trova Mario Cresci impegnato nella rilettura del suo lavoro attraverso focus specifici raccontati in due ampie mostre: Mario Cresci. L’esorcismo del tempo, 1970-1980 al MAXXI di Roma (30 maggio-1 ottobre 2023) e Colorland, 1975-1983 al Monastero di Astino per la Fondazione MIA di Bergamo (16 giugno-5 novembre 2023). www.lineaproject.com
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Dal 1974 alcune sue fotografie presentate da Carlo Arturo Quintavalle fanno parte della collezione del MoMA di New York. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche dei principali musei, istituti e centri di ricerca italiani. Ampia e articolata è la sua produzione di libri e più in generale di contributi, anche teorici, sulla fotografia e la comunicazione visiva. Nel 2019 ha pubblicato Segni migranti. Storie di grafica e fotografia (PostCard Edizioni) un compendio della sua ricerca e premiato come Livre Historique ai Rencontres de la photographie 2020 di Arles. Nel 2022 per Mimesis Edizioni pubblica Matrici. L’incertezza del vero, dove sperimenta la coesistenza tra scrittura e immagine.
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linea, fondata da Alice Caracciolo nel 2020, è uno spazio di studio, ricerca e promozione dell’arte contemporanea e della fotografia d’autore, con sede a Lecce.
Attraverso un programma pubblico di mostre, live performance e incontri, mira a creare occasioni di confronto e dialogo tra artisti, curatori e pubblico. Tra le sue attività, la formazione ricopre un ruolo centrale: una ricca offerta didattica dedicata alla fotografia e al visual design, alla fotografia come linguaggio per l’arte e al marketing e alla comunicazione visuale per la cultura e la creatività. Obiettivo principale della scuola è stimolare il pensiero creativo, il senso di osservazione e l’atteggiamento critico nei confronti della cultura contemporanea.
Nel 2023 è tra i vincitori di Strategia Fotografia. Homo ludens si inserisce nell’ambito di questo progetto promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per la selezione di proposte di acquisizione, produzione, conservazione, valorizzazione della fotografia e del patrimonio fotografico italiano.
IL PROGRAMMA
Venerdì 26 luglio alle ore 18, alla presenza dell’artista e dei curatori, sarà inaugurata la mostra Homo ludens presso il Castello Carlo V, preceduta da un talk di benvenuto.
Seguirà l’inaugurazione della seconda parte della mostra presso gli spazi di linea, a partire dalle 20:30, www.lineaproject.com
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in cui saranno in mostra i lavori dello stesso artista che riflettono il rapporto tra fotografia e grafica, ma anche documenti d’archivio e libri che evidenziano il processo creativo di Cresci.
INFO E COSTI
Orari di apertura | Castello Carlo V
mattina dalle 10 alle 13
dal martedì alla domenica pomeriggio dalle 16 alle 20
il giovedì, venerdì e domenica
Ingresso gratuito
Orari di apertura | linea
giovedì e venerdì dalle 16 alle 20
Homo ludens – Mario Cresci
dal progetto Spazio Matera Azione
sostenuto dal programma “Strategia Fotografia 2023”
promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea
a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo
partner di progetto: 34° Fuso, Comune di Cutrofiano, Confartigianato, Istituto Tecnico e Professionale De Pace di Lecce, Liceo Classico Statale “F. Capece” di Maglie(Le).
partner culturali: galleria Matéria, Roma, Castello Carlo V Lecce
partner tecnici: Studio Berné, Legnano (MI)
con il patrocinio del Comune di Lecce
CONTATTI
Alice Caracciolo | +39 329 274 0837
direzione@lineaproject.com
CONTATTI PER LA STAMPA
Eleonora Tricarico | +39 3276678109
eletricarico@gmail.com
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MARIO CRESCI – BIOGRAFIA
Dagli anni sessanta in poi Mario Cresci (Chiavari 1942) è l’artista italiano che segna con il suo lavoro lo sviluppo di un linguaggio sperimentale innovativo nell’ambito della fotografia. La sua ricerca si è sempre rivolta a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo usando il mezzo fotografico come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale.
Il suo complesso lavoro è radicato negli studi multidisciplinari iniziati nel 1963 all’Industrial Design di Venezia ed è caratterizzato, quando si trasferisce a Roma nel ’68, dall’incontro con i principali protagonisti dell’Arte Povera e in particolare Pino Pascali, Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Alighiero Boetti. Nel 1969 progetta e realizza il primo Environnement fotografico in Europa alla Galleria Il Diaframma di Milano, mostrando mille cilindri trasparenti contenenti altrettante fotografie, anch’esse trasparenti, sul consumismo dell’epoca.
Nel 1970 viene invitato alla sua prima Biennale d’Arte di Venezia, e in seguito anche nel ’78, nel ’93 e nel ’95. Negli anni settanta si stabilisce a Matera, dove ibrida lo studio del linguaggio fotografico e la cultura del progetto con l’interesse per l’antropologia culturale, realizzando opere ed eventi per lo sviluppo della fotografia in Italia, tra cui la pubblicazione di Matera, immagini e documenti (Edizioni Meta, 1975), un libro che oggi può essere visto come il primo lavoro fotografico sulla cultura antropologica urbana del Mezzogiorno.
Negli anni ’80 partecipa alla rivalutazione di senso del paesaggio attraverso il progetto di Luigi Ghirri, Viaggio in Italia, in mostra in seguito alla Pinacoteca Provinciale di Bari nel 1984.
Tra le più importanti esposizioni personali si ricordano: La fotografia del no alla GAMeC di Bergamo (2017); Le case della fotografia alla GAM di Torino (2004); la mostra itinerante Forse Fotografia, rispettivamente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna (2010), all’ING di Roma (2010-11) e infine al Palazzo Lanfranchi di Matera (2011); In aliam figura mutare al Castello Sforzesco di Milano (2016) e Ri-creazioni a Camera di Torino (2016). L’anno 2023 trova Mario Cresci impegnato nella rilettura del suo lavoro attraverso focus specifici raccontati in due ampie mostre: Mario Cresci. L’esorcismo del tempo, 1970-1980 al MAXXI di Roma (30 maggio-1 ottobre 2023) e Colorland, 1975-1983 al Monastero di Astino per la Fondazione MIA di Bergamo (16 giugno-5 novembre 2023).
mariocresci.it archiviomariocresci.it Galleria Matèria, Roma
Dal 1974 alcune sue fotografie presentate da Carlo Arturo Quintavalle fanno parte della collezione del MoMA di New York. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche dei principali musei, istituti e centri di ricerca italiani.
Il progetto sperimentale del laboratorio-scuola di formazione artistica tra arte, multimedia e design, ideato per la Regione Basilicata, lo avvicina sempre più all’insegnamento che, dalla fine degli anni settanta in poi, diviene parte integrante del suo lavoro d’autore.
Ha diretto l’Accademia di Belle Arti G. Carrara dal 1991 al 1999, inserendo nella sua programmazione interdisciplinare numerose attività culturali dedicate ai giovani artisti.
Svolge attività di workshop in tutta Italia e attualmente è docente all’Università ISIA di Urbino. In precedenza è stato docente all’Università Orientale di Napoli, all’Università di Parma, al Politecnico, all’Accademia di Brera e alla NABA di Milano, e alla Fondazione FMAV di Modena. Per diversi anni è stato visiting professor all’École d’Arts Appliqués di Vevey (Svizzera).
Ampia e articolata è la sua produzione di libri e più in generale di contributi, anche teorici, sulla fotografia e la comunicazione visiva. Nel 2019 ha pubblicato Segni migranti. Storie di grafica e fotografia (PostCard Edizioni) un compendio della sua ricerca e premiato come Livre Historique ai Rencontres de la photographie 2020 di Arles. Nel 2022 per Mimesis Edizioni pubblica Matrici. L’incertezza del vero, dove sperimenta la coesistenza tra scrittura e immagine. Vive e lavora a Bergamo.