Piano dei Limiti, Coscia: “La diga si fa con l’accordo dei comuni, altrimenti non si fa”
“Si convochino le amministrazioni comunali, non si tenti di metterci di fronte al fatto compiuto”
L’invaso toccherebbe l’agro di 4 comuni: Colletorto, Casalnuovo Monterotaro, Celenza e Carlantino
comunicato stampa, lunedì 11 luglio 2022
CARLANTINO (Fg) “Sul progetto inerente alla costruzione della diga di Piano dei Limiti occorre chiarire subito una cosa: per intraprendere un percorso corretto, e non incorrere negli errori del passato, non si può prescindere dal coinvolgere i comuni interessati”. E’ Graziano Coscia, sindaco di Carlantino, a commentare con queste parole il riaccendersi del dibattito pubblico su Piano dei Limiti e, quindi, sull’invaso che sorgerebbe nella stessa zona della già esistente diga di Occhito. E’ sul territorio di Carlantino e di altri comuni ad esso vicini che l’invaso di Piano dei Limiti potrebbe sorgere. Nelle scorse settimane, di questo si è discusso durante l’incontro tra i dirigenti del Consorzio di Bonifica della Capitanata e i tecnici del Ministero delle Infrastrutture. “Con la diga di Occhito, tanti anni fa, subimmo una vera e propria occupazione senza ricevere nessun vantaggio né a livello economico né a livello infrastrutturale. Diciamo basta allo sfruttamento di questi comuni – ha proseguito Coscia – questa volta non ci faremo scavalcare e sfruttare così come purtroppo è successo in passato”.
La diga di “Occhito”, infatti, ha comportato per il comune di Carlantino l’espropriazione di oltre 1.000 ettari di terreno su un agro complessivo di circa 3.500 ettari. A parere del sindaco, il danno rilevato nel tempo è superiore al solo dato quantitativo dei terreni sottratti alla coltivazione, in quanto i fondi espropriati erano i più fertili e produttivi dell’agro carlantinese. La seconda diga potrebbe sottrarre i restanti ettari di terreno fertile riducendo a un’insignificante espressione geografica il piccolo centro dei Monti Dauni settentrionali. Inoltre, il rimboschimento dell’area circostante l’invaso di Occhito, realizzato essenzialmente con pini e cipressi, ha prodotto un rilevante decremento della pastorizia e della fauna stanziale. Non solo, risultano ormai palesi le negative trasformazioni delle condizioni climatiche, poiché da un clima freddo e asciutto si è passati a un clima molto umido.
“Prima di realizzare un’altra diga, occorre ristorare i danni del passato. Il finanziamento del progetto per la realizzazione del volo dell’angelo sul lago artificiale di Occhito sarebbe stato un primo passo, invece ci è stato inspiegabilmente negato. Quel progetto si integrava alla perfezione con le opere che realizzeremo per la valorizzazione turistica dell’area e poteva essere un acceleratore di sviluppo”, ha aggiunto il sindaco Coscia. “E invece niente, anche l’Ospedale di Comunità ci è stato negato. Sembra che questo territorio debba essere solo ‘serbatoio’ per gli altri, le nostre popolazioni e le loro esigenze non sono tenute in considerazione. Tutto questo è inaccettabile”.
“Si deve recuperare l’equilibrio tra la nostra zona, che serve a raccogliere l’acqua anche a danno della propria economia, e la Piana che riceve quest’acqua per incrementare ulteriormente il proprio sviluppo – ha dichiarato il primo cittadino di Carlantino – Lo Stato abbandoni le politiche spregiudicate e i comportamenti abusivi di un potere unicamente rivolto a soddisfare gli interessi solo di alcuni e imbocchi la strada della promozione di una società che mira alla garanzia dei principi di uguaglianza nei diritti e di giustizia sociale”.
Il progetto della struttura di Piano dei Limiti risale agli anni ’90. Prevedeva un importo di spesa pari a circa 400 miliardi delle vecchie lire. Nel 1981, la “Cassa del Mezzogiorno” finanziava il progetto esecutivo, mentre nel 1989 il Consiglio Superiore dei lavori Pubblici lo approvava. Nel 2004 la Finanziaria del governo
Berlusconi prevedeva un fondo per l’irrigazione, destinando alla diga in questione circa 135 milioni di euro per la prima fase relativa alla costruzione. Il saldo di circa 70 milioni di euro doveva essere stanziato in seguito.
“I comuni sono gli attori principali del territorio e dovranno essere loro a dire l’ultima parola – ha concluso Coscia – La diga si fa con l’accordo dei comuni altrimenti non si fa. Non abbasseremo la guardia perché le popolazioni sono stanche di essere abbandonate e di non vedere uno spiraglio per il futuro. Ripeto: i sindaci siano convocati prima di passare ai fatti”.
La diga di “Piano dei Limiti” dovrebbe estendersi per circa 119 Km quadrati e interessa il territorio di quattro comuni: Colletorto (l’unico comune molisano), Carlantino, Casalnuovo Monterotaro e Celenza Valfortore. Gli ettari interessati sono 511 così suddivisi: Colletorto 218 ettari, Casalnuovo Monterotaro 210 ettari, Celenza Valfortore 9 ettari e Carlantino 74 ettari.