Rocco Enrico Pennacchio: L’emigrazione italiana è stata ed è tuttora un fenomeno di grande rilevanza storica
Comunicato Stampa
L’emigrazione italiana è stata ed è tuttora un fenomeno di grande rilevanza storica e culturale che ha plasmato l’identità del paese e creato legami con le comunità italiane in tutto il mondo. Con il lavoro del Movimento, insieme al giornalista Angelo Ciavarella della Gazzetta del Mezzogiorno, il nostro intervento volto a presentare i dati demografici relativi alla dispersione degli italiani all’estero cercherà di esplorare gli aspetti socioculturali che hanno influenzato e continuano a plasmare l’emigrazione italiana.
I dati dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero ci offrono un’istantanea della distribuzione geografica dei connazionali che hanno scelto di vivere oltre confine. Essi riflettono dinamiche complesse di migrazione, spostamenti per motivi di studio, lavoro o familiari, che contribuiscono a formare le comunità italiane in tutto il mondo. Questi dati potrebbero anche essere utilizzati come base per politiche pubbliche mirate a sostenere gli italiani all’estero e promuovere lo sviluppo di rapporti culturali ed economici tra l’Italia e le comunità italiane nel mondo.
Per iniziare a delineare il quadro della situazione secondo i dati diffusi dall’anagrafe nazionale degli italiani residenti all’estero, la Sicilia risulta essere la regione con il maggior numero di italiani fuori nazione, con un totale di 808.844 iscritti. Questo gruppo è composto da 391.687 maschi e 417.157 femmine. Le fasce di età maggiormente rappresentate per questa regione sono quelle da 21 a 40 anni (con 184.269 iscritti) e da 41 a 60 anni (con 190.162 iscritti).
La Lombardia segue la Sicilia con 586.951 iscritti, di cui 301.547 maschi e 285.404 femmine. La fascia di età da 21 a 40 anni è la più numerosa con 175.960 iscritti.
La Campania si posiziona al terzo posto con 542.060 iscritti, di cui 270.474 maschi e 271.586 femmine. Anche per questa regione, la fascia di età da 21 a 40 anni è quella con il maggior numero di iscritti (168.547). Inoltre la distribuzione per fasce di età e sesso è la seguente: la fascia di età da 21 a 40 anni è quella con il maggior numero di iscritti all’estero, con un totale di 1.641.053. Di questi, 855.324 sono maschi e 785.729 sono femmine. La fascia di età da 41 a 60 anni è la seconda per numero di iscritti, con un totale di 1.653.397. Qui, 907.244 sono maschi e 746.153 sono femmine. La fascia di età sotto i 20 anni conta 1.057.545 iscritti, con 541.969 maschi e 515.576 femmine. La fascia di età oltre i 60 anni ha 1.454.073 iscritti, di cui 705.345 sono maschi e 748.728 sono femmine. Pertanto le regioni con il maggior numero di iscritti all’estero, come la Sicilia, la Lombardia e la Campania, hanno una presenza significativa di italiani in diverse fasce di età. Tuttavia, la fascia di età da 21 a 40 anni risulta essere quella più rappresentata in tutte e tre le regioni, indicando una possibile tendenza di giovani e adulti giovani a emigrare in cerca di opportunità lavorative e di studio all’estero. La distribuzione per sesso nelle diverse fasce di età può riflettere motivazioni diverse che spingono uomini e donne a emigrare. Ad esempio, nelle fasce di età più giovani, i maschi sono leggermente più numerosi, suggerendo che potrebbero essere più inclini a viaggiare per motivi di studio o lavoro. D’altra parte, nelle fasce di età più avanzate, le donne sono più numerose, suggerendo un possibile movimento di ricongiungimento familiare o motivazioni legate alla pensione o alla qualità della vita.
Cosa fare?
Come invertire questo trend?
Per ridurre l’emigrazione giovanile nelle regioni del Sud Italia è necessario affrontare diverse sfide. Una delle principali cause della “fuga di cervelli” è la mancanza di opportunità lavorative nel Sud Italia. Le istituzioni governative e le aziende private dovrebbero promuovere lo sviluppo economico nelle regioni del Sud attivando investimenti e creando posti di lavoro sostenibili. Misure utili gli incentivi fiscali per le imprese, le agevolazioni per l’assunzione di giovani lavoratori e la promozione dell’imprenditorialità locale, oltre che gli investimenti nell’istruzione e nella formazione. Infatti un sistema educativo di qualità e programmi di formazione professionale adeguati sono fondamentali per aumentare le competenze e la capacità di adattamento dei giovani. Le istituzioni accademiche e le aziende dovrebbero collaborare per sviluppare programmi di studio che soddisfino le esigenze del mercato del lavoro, stimolando la formazione di professionisti altamente qualificati.
Sostegno all’imprenditorialità giovanile. Come? Incentivando l’imprenditorialità giovanile per creare nuove opportunità e stimolare l’innovazione economica nelle regioni del Sud. Programmi di incubazione e accelerazione per start-up, agevolazioni finanziarie e consulenza professionale possono aiutare i giovani imprenditori a realizzare le proprie idee e progetti.
E ancora, investimenti nelle infrastrutture e nei servizi pubblici, come trasporti efficienti, strutture sanitarie moderne e accesso a Internet ad alta velocità rendono le regioni del Sud più attrattive per i giovani. Una migliore qualità della vita e un ambiente favorevole possono influenzare la decisione della popolazione giovanile di rimanere o ritornare nelle loro regioni d’origine.
Non ultimo: lotta alla corruzione e alla burocrazia. Semplificare i processi burocratici e combattere la corruzione sono fattori chiave per creare un ambiente favorevole agli investimenti e all’attività imprenditoriale. Maggiore trasparenza e responsabilità delle istituzioni pubbliche possono aumentare la fiducia dei giovani nel sistema e nella possibilità di costruire un futuro nel Sud Italia.
Ottimo incentivo a rimanere si è dimostrata anche la promozione della cultura e delle tradizioni locali. Valorizzare la cultura, le tradizioni e le risorse locali può contribuire a creare un senso di identità e appartenenza tra i giovani del Sud Italia. Iniziative culturali, eventi e programmi educativi possono aiutare a riscoprire e apprezzare le bellezze e le potenzialità della propria terra, incoraggiando a restare o tornare dopo esperienze all’estero.
Fondamentale sarà la collaborazione tra enti pubblici e privati. La lotta all’emigrazione giovanile richiede uno sforzo congiunto da parte di istituzioni pubbliche, organizzazioni private, comunità locali e la stessa comunità giovanile. Una cooperazione efficace può portare a soluzioni più sostenibili e adattabili alle esigenze delle diverse realtà regionali.
È importante notare che ogni regione abbia le proprie specificità e sfide, pertanto un approccio personalizzato e mirato alle esigenze locali è fondamentale per affrontare l’emigrazione giovanile e promuovere lo sviluppo sostenibile delle regioni del Sud Italia.
Rocco Enrico Pennacchio – Past President Movimento Uniti per San Severo