SAN SEVERO, VOCI INFONDATE SULLA CHIUSURA DEL CARCERE
Comunicato Stampa
In questi giorni, è tornata alla ribalta la questione “chiusura carcere” di San Severo.
Già in passato, più volte è stata paventata questa scelta, mai avallata però da nessuno organo ministeriale.
L’Istituto Penitenziario cittadino è una realtà consolidata storicamente nella realtà sanseverese.
La sua eventuale chiusura comporterebbe non pochi disagi ai lavoratori lì impiegati.
“Dalle informazioni in mio possesso, non è prevista alcuna chiusura del carcere, tanto meno lo spostamento di detenuti e personale in altri penitenziari – dichiara Enrico Pennacchio, vicepresidente del Consiglio Comunale di San Severo , che analizza la situazione – le polemiche nascono attorno ad una scaramuccia tra sindacati di Polizia Penitenziaria. Un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi ammoniva, con toni decisamente forti, che il carcere sanseverese va chiuso perché economicamente insostenibile e che tutti i lavoratori e carcerati dovrebbero essere trasferiti a Foggia”.
Continua Pennacchio: “Quanto detto non corrisponde al vero. Innanzitutto, gli agenti di Polizia Penitenziaria non hanno la facoltà di scegliere dove andare. Molti di loro sono di San Severo o dei dintorni, hanno una età tra i 50 e i 60 anni, perciò molti di essi vicini alla pensione. Sono riusciti ad ottenere il riavvicinamento a casa dopo anni di lontananza. Alcuni, hanno rinunciato a far carriera perché, con l’aumento di grado, sarebbero stati spostati in altra sede, magari dalla parte opposta di Italia. Non sono di certo queste le risorse umane che necessita Foggia. Lì servono agenti di Polizia Penitenziaria giovani. La penuria di personale è un problema atavico. Comunque, mi è stato riferito che, presto, in tutta Italia, molti giovani agenti saranno distribuiti là dove serve. Auspico, perciò che sia San Severo sia Foggia possano avere nuovo personale”.
Conclude Pennacchio: “Dobbiamo tutelare i lavoratori: non ci sono solo agenti di polizia, ma anche civili e personale medico. L’indotto è di circa una settantina di persone. Le polemiche sterili dovute a scaramucce tra sindacati non devono intaccare il sacrosanto diritto al lavoro. Chiedo di abbassare i toni, dialogare e lavorare affinché il carcere sanseverese possa diventare un esempio di riabilitazione dei detenuti, così come la legge impone”.