Eventi e Cultura

Venerdì 7 giugno Al via l’ottava edizione del Festival della Disperazione ad Andria

Comunicato Stampa

FESTIVAL DELLA DISPERAZIONE

VIII EDIZIONE | COME FAI FAI SBAGLI

Andria – 7|16 giugno 2024

PROGRAMMA

VENERDÌ 7 GIUGNO

Ore 19:00 – Seminario Vescovile

CHE SENSO HA FARE UN FESTIVAL?

Giulia Alonzo – Oliviero Ponte di Pino

Già Flaiano proclamava l’Italia la patria dei Festival, Festivalia! Ma che senso ha fare un Festival? Serve a qualcosa? E il Festival della Disperazione ha ancora senso farlo nonostante la situazione disastrosa in cui versa ogni anno?

Giulia Alonzo legge libri e guarda film, ma il suo vero interesse sono il teatro e le arti performative, di cui scrive su diverse testate online (“exibart”, “Doppiozero”, “ateatro.it”). Dottoranda in Sociologia della Cultura all’Università di Bologna, è particolarmente interessata alla ricezione e alla simbologia delle opere d’arte nella società contemporanea. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo saggio, “Dioniso e la nuvola. L’informazione e la critica teatrale in rete: nuovi sguardi, nuove forme, nuovi pubblici” (con Oliviero Ponte di Pino, FrancoAngeli). È presidentessa dell’Associazione Culturale TrovaFestival, il portale che dal 2017 mappa i festival culturali italiani. Per Altreconomia ha curato, insieme a Oliviero Ponte di Pino, “In giro per festival. Guida nomade agli eventi culturali” (edizione 2022 2023 2024) e, insieme a Oliviero Ponte di Pino, Alberto Lasso e Carla Peirolero “Le voci del Suq” (2023).

Oliviero Ponte di Pino ha lavorato per oltre trent’anni nell’editoria (Ubulibri, Rizzoli, Garzanti, di cui è stato direttore editoriale dal 2000 al 2012). Ha scritto su giornali e riviste, realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la RAI, ideato festival, curato mostre, progettato iniziative culturali e spettacolari (Subway Letteratura, Maratona di Milano). Insegna Letteratura e filosofia del teatro a Brera e conduce “Piazza Verdi” (Radio3 RAI). Nel 2001 ha fondato il sito ateatro.it, dal 2004 cura Le Buone Pratiche del Teatro (con Mimma Gallina), dal 2012 cura il programma di “BookCity Milano” (con Elena Puccinelli), nel 2017 ha fondato il portale TrovaFestival (con Giulia Alonzo). Nel 2019 ha inaugurato lo spazio Bolzano29, a Milano, che cura con Giulia Alonzo. Tra i molti suoi libri ”Comico e politico. Beppe Grillo e la crisi della democra- zia” (Raffaello Cortina, 2014), “Un teatro per il XXI secolo. Lo spettacolo dal vivo ai tempi del digitale” (FrancoAngeli, 2021), “Cultura” (Vita&Pensiero, 2023). Per Altreconomia ha curato, insieme a Giulia Alonzo, “In giro per festival. Guida nomade agli eventi culturali” (edizione 2022 e 2023) e, insieme a Giulia Alonzo, Alberto Lasso e Carla Peirolero “Le voci del Suq” (2023).

Ore 20:15 – Seminario Vescovile

IL RITORNO DELLA BESTIA

Paolo Berizzi

Nessuno pensa che possa tornare il fascismo storico, il regime dittatoriale dell’olio di ricino e del manganello, delle camicie nere e del fez. Ma il successo elettorale e l’arrivo al governo degli eredi diretti di un partito fondato dai reduci del Partito nazionale fascista e della Repubblica sociale italiana ha spalancato scenari imprevedibili fino a poco tempo fa e tuttora impensabili in gran parte d’Europa. Nell’Italia del 2024, in parlamento, al governo, ai vertici di istituzioni statali ci sono persone che celebrano le ricorrenze e le personalità del Ventennio, manifestano apertamente la loro allergia a tutto ciò che sa di antifascismo, assorbono e diffondono l’antisemitismo e il razzismo compendiati nel mito complottista della “sostituzione etnica”, si impegnano per limitare i diritti di donne, gay, lesbiche, persone transgender e famiglie non tradizionali, intrattengono relazioni pericolose con gruppi apertamente neofascisti e neonazisti che glorificano e praticano la violenza verbale e fisica. Quello di Paolo Berizzi è il racconto di un ritorno: il ritorno della Bestia, nella forma di un fascismo pop che si confonde con un senso comune eternamente fascista. È la storia della lenta transumanza, nell’Italia repubblicana uscita dalla Resistenza, dell’“Idea” – la parola in codice con cui i camerati vecchi e nuovi si riferiscono al fascismo – incarnata nella fiamma tricolore del Movimento sociale ancora presente nel simbolo di Fratelli d’Italia; e poi dello sdoganamento da parte di Berlusconi e del disperato tentativo di sorpasso a destra messo in opera dalla Lega di Salvini. Ma è anche il tentativo di capire dove sta andando l’Italia che ha portato al governo Giorgia Meloni. “Se un governo ha risvegliato il peggio di un Paese occorre riflettere. Se ciò che sembrava dimenticato è tornato a bussare, pure. Se le lancette della storia rischiano di farci tornare indietro e sul Paese si allungano ombre nere, o si inverte la rotta, o potrebbero arrivare brutte sorprese.”

Paolo Berizzi è laureato in Filosofia all’Università Statale degli Studi di Milano, ha iniziato l’attività giornalistica a 17 anni, durante gli studi liceali. Nel 2000, dopo numerose esperienze in altre testate giornalistiche e radiofoniche, viene assunto a “La Repubblica”, divenendo inviato speciale nel 2009. Scrive di cronaca e politica ed è autore di numerose inchieste, interviste esclusive e scoop. Per “Repubblica” si è occupato a lungo, tra i vari temi, di contraffazione e sofisticazione alimentare, lavoro nero e caporalato, terrorismo di matrice islamica, criminalità organizzata, devianza giovanile, droga, narcotraffico. Tuttavia, è conosciuto soprattutto per il suo lavoro di indagine sul neofascismo.

Paolo Berizzi

Ore 21:30 – Seminario Vescovile

UN GIORNO COME UN ALTRO

Luca Amorosino Carlo De Ruggieri

Scritto e diretto da Giacomo Ciarrapico

Musiche Giuliano TavianiCarmelo Travia

Aiuto regia MariaChiara Di Mitri

Scene Andrea Quattropani | Disegno luci Daniele Petroni

Datore luci Giorgia Merlonghi | Ufficio stampa Silvia Signorelli

Un seggio elettorale è a modo suo un luogo simbolo di una democrazia. Quel semplice gesto, ossia votare, per anni è stato considerato quasi sacro da molti italiani, ma con il passare degli anni c’è stato uno scollamento sempre maggiore tra Paese reale e classe dirigente. E questo fenomeno ha provocato un disinteresse dilagante da parte dei cittadini nei confronti di quel gesto sacro: a ogni tornata elettorale, la prima vera notizia è la crescente astensione degli aventi diritto. È, secondo gli analisti, una malattia irreversibile. Qui si racconta quel giorno in cui l’astensione raggiungerà livelli quasi assoluti e solo il quattro per cento della popolazione andrà a votare. Ma un seggio elettorale è anche un luogo dove alcuni cittadini, gli scrutatori, sono costretti a passare un’intera giornata uno accanto all’altro. Non sapendo nulla uno dell’altro e spesso avendo visioni diverse del mondo e quindi, non di rado, mal sopportandosi vicendevolmente. Ed è così che Ranuccio e Marco si ritroveranno fianco a fianco nella sezione 4607 (un seggio alle porte di Roma) ad aspettare gli elettori che non arriveranno mai. Uno spettacolo sospeso dove Godot sono gli italiani. La commedia attraverso un paradosso mette in evidenza la riduzione della consapevolezza del valore del voto nella democrazia. Ciarrapico, con una scrittura semplice e ironica, induce a riflette su temi rilevanti.

De Ruggieri+ Amorosino

SABATO 8 GIUGNO

Ore 09:00 – Orto raccolto

COLTIVARE ILLUSIONI. CAMBIARE IL MONDO CON UN SOLCO.

Barbara Bernardini

L’orto di Barbara Bernardini è il luogo dove si innestano riflessioni sulla crisi ambientale e climatica, e in cui irrompono i suoi effetti, ed è il luogo dove recuperare un legame con la terra, necessario per immaginare il nostro futuro. “Dall’orto al mondo” è un libro sincero e combattivo. Dedicato a chi ha un orto, a chi sogna di metterne su uno un giorno, a chi scoprirà di avere un pollice verdissimo e soprattutto a chi, pur provandoci, non riuscirà mai neppure a far germogliare un fagiolo nell’ovatta. A chi immagina “un campo liberato in cui ci sia spazio per aspettare che due nuvole lontane si incontrino spinte dal vento, per osservare il naso minuscolo di un neonato, per disegnare bozzetti di suddivisione degli ortaggi pianificandone la rotazione, finendo poi per perdere ogni pretesa progettuale e divagare in scarabocchi di foglie e fiori e rami che si allungano fuori dalle linee degli schemi e dai bordi delle aiuole, mescolando fra loro inizio e fine, estate e inverno, desideri che si spengono e realtà che sorprendono”. L’incontro prevede un piccolo ma significativo workshop di piantumazione e sarchiatura tra i solchi.

Barbara Bernardini è nata e vive da sempre in provincia di Latina. Laureata in Sociologia, lavora in editoria da quasi vent’anni: ora è responsabile dei corsi di formazione per la casa editrice minimum fax. Cura una newsletter, Braccia Rubate, che parla di orto e lune nuove.

Ore 18:00 – Seminario Vescovile

INCROCI PERICOLOSI

Paolo PecereAndrea PivaNicola Lagioia

Gli antichi greci intraprendevano il viaggio a Eleusi per essere iniziati ai misteri di Demetra, Persefone e Ade: un viaggio che porta fino a noi le ultime schegge della luminosa forza sprigionata da quei riti di morte e di rinascita. Un viaggio nella storia del pensiero, nel passato e nel futuro della Terra, nei territori dove l’uomo incontra ciò che non è umano un viaggio dentro la psiche umana, le sue sofferenze ma anche le sue possibilità di apertura, condivisione, generazione di nuovi universi. Inoltre, c’è un pianeta di cui bisogna scrivere il futuro: negli ultimi anni è stato riconosciuto l’impatto distruttivo della civiltà umana sulla natura, reso evidente da catastrofi climatiche, estinzioni di intere specie animali, desertificazione e scomparsa di paesaggi. Eppure, questa consapevolezza non produce alcun reale cambiamento nei nostri modi di vivere, nelle soluzioni adottate dalle società industriali per evitare la calamità. Al tempo stesso, assistiamo al diffondersi di un amore appassionato e di una profonda nostalgia per la natura incontaminata, rifugio dall’assordante disarmonia del mondo. Dai misteri eleusini all’incontro con altre intelligenze animali, un dialogo psichedelico tra Paolo Pecere, autore del saggio Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra (Sellerio), e Andrea Piva, che ha da poco pubblicato il suo ultimo romanzo, La ragazza eterna (Bompiani).

Paolo Pecere si occupa di filosofia e letteratura, professore associato di Storia della filosofia all’Università di Roma Tre. Tra i suoi saggi, La filosofia della natura in Kant (2009), Dalla parte di Alice. La coscienza e l’immaginario (Mimesis 2015). Suoi racconti sono comparsi su «Nazione indiana» e «Nuovi argomenti». Ha pubblicato romanzi,La vita lontana (LiberAria editrice 2018), Risorgere (Chiarelettere 2019), il manuale per le scuole Filosofia. La ricerca della conoscenza (2018, con Riccardo Chiaradonna). Del 2021 Il dio che danza. Viaggi, trance e trasformazioni (2021).

Andrea Piva, nato a Salerno nel 1971, esordisce nel 2000 scrivendo LaCapaGira, film recitato interamente in dialetto barese e diretto dal fratello Alessandro. La pellicola riscuote grandissimo consenso e vince il David di Donatello, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro per la migliore opera prima. Nel 2002 scrive, sempre per la regia del fratello, il film Mio cognato, e nel 2008 firma la sceneggiatura di Galantuomini, per la regia di Edoardo Winspeare. Nel 2009 collabora con il regista austriaco Thomas Woschitz alla scrittura di Universalove, premio Max Ophüls in Germania alla migliore opera prima.

Nel 2006 esordisce come narratore pubblicando da Einaudi il romanzo Apocalisse da camera.

Nel 2009 inizia la carriera di giocatore di poker professionista diventando in breve uno dei nomi di maggiore spicco della scena online internazionale.

Nato a Bari nel 1973, Nicola Lagioia è stato direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino fino al 2023 e conduce Pagina 3, la rassegna stampa culturale di Radio Rai 3. È stato prima selezionatore e poi giurato alla

Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Con minimum fax ha pubblicato Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (2001), e con Einaudi Occidente per principianti (2004), Riportando tutto a casa (2017; Premio Viareggio-Rèpaci, Premio Vittorini, Premio Volponi), La ferocia (2014; Premio Strega 2015) e La città dei vivi (2020, Premio Alessandro Leogrande). I suoi libri sono tradotti in 15 paesi.

Ore 19:00 – Seminario Vescovile

DISOBBEDIRE

Federico Zuolo

La disobbedienza civile e la non-violenza hanno una storia lunga e gloriosa: pensiamo a chi si è opposto con coraggio al nazifascismo o a figure come quelle di Gandhi e di Martin Luther King. Negli ultimi anni si sono aggiunte nuove pratiche di disobbedienza: quella climatica, l’animalismo radicale, i passeurs che fanno attraversare i confini ai migranti, l’abbattimento o l’imbrattamento di statue di personaggi controversi, e tante altre. L’opinione pubblica ha spesso faticato a comprendere le ragioni e la specificità di queste iniziative, riducendole a un generico bisogno di visibilità. Certo, gli stati liberali e democratici, seppur imperfetti, meritano il rispetto delle leggi. Ma è innegabile che ci sono leggi e pratiche ingiuste, e da questa constatazione è necessario partire per capire le ragioni di chi decide di andare contro gli ordinamenti per reclamare la necessità di un cambiamento. Lungi dall’esprimersi in un bisogno di radicalismo fine a sé stesso, il senso morale della disobbedienza va inteso come un modo, a volte estremo, di fare politica in una democrazia. Quando le normali forme di rivendicazione democratica non funzionano, la disobbedienza può essere moralmente giustificabile.

Federico Zuolo è docente di Filosofia politica all’Università di Genova, dopo aver lavorato nelle università di Trento, Pavia, Berlino e ad Amburgo come Fellow della Fondazione Alexander von Humboldt. Si è occupato di etica animale e di teoria politica animale e collabora con “Domani” e “Valigia blu”. Ha curato l’edizione di Ierone o della tirannidedi Senofonte (Carocci 2012) ed è autore di Platone e l’efficacia. Realizzabilità della teoria normativa(Academia 2009),Etica e animali. Come è giusto trattarli e perché(il Mulino 2018) e Animals, Political Liberalism and Public Reason(Palgrave 2020).

Ore 20:15 – Seminario Vescovile

PRESTO SAPRÒ CHI SONO

Nicola Lagioia

Un appassionato elogio della letteratura, da Omero ai giorni nostri. In poco meno di un’ora, Nicola Lagioia ci racconta il lungo viaggio della letteratura, nata in forma orale, passata nei secoli attraverso tante mutazioni prima di fissarsi nella forma-libro, arrivata fino a noi come uno degli strumenti conoscitivi più potenti ed emozionanti a disposizione del genere umano. Ha senso oggi continuare a leggere romanzi, racconti, poesie? Sì, la lettura di opere letterarie è più che mai preziosa nel XXI secolo, ma per ragioni un po’ diverse da quelle che saremmo portati a immaginare.

Nato a Bari nel 1973, Nicola Lagioia è stato direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino fino al 2023 e conduce Pagina 3, la rassegna stampa culturale di Radio Rai 3. È stato prima selezionatore e poi giurato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Con minimum fax ha pubblicato Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (2001), e con Einaudi Occidente per principianti (2004), Riportando tutto a casa (2017; Premio Viareggio-Rèpaci, Premio Vittorini, Premio Volponi), La ferocia (2014; Premio Strega 2015) e La città dei vivi (2020, Premio Alessandro Leogrande). I suoi libri sono tradotti in 15 paesi.

Ore 21:30 – Seminario Vescovile

LA MALATTIA DELL’OSTRICA

PERLE DI SCRITTORI PAZZI CHE TI SALVANO LA VITA

Claudio Morici

Dopo aver studiato decine di biografie per un programma tv sui libri, Claudio ha avuto una sorta di illuminazione: gli scrittori sono tutti matti. Hanno subito guerre mondiali, miseria, traumi infantili, hanno avuto genitori terribili, come minimo un paio di grandi amori non corrisposti. È gente che sta malissimo, parliamoci chiaro.

Ne trova conferma anche nella letteratura scientifica: percentuali di suicidio altissime, ricoveri superiori alla media, disturbo bipolare quasi sicuro, alcolismo diffusissimo. Il problema è che Claudio, scrittore anche lui, ha un figlio di 4 anni che manifesta già velleità autoriali. Che fare? Come comportarsi? Il padre non ha dubbi: vietare l’utilizzo della penna! Censurare la poesia! Ma soprattutto lottare in incognito contro un sistema educativo che obbliga milioni di bambini e adolescenti, a leggere il pensiero, la filosofia, il flusso di coscienza di persone che, vuoi o non vuoi, erano gravemente disturbate. Ed è proprio sulle vite di questi scrittori che Claudio, durante tutto lo spettacolo, interviene con rapide e significative schede biografiche. Si parla di Cesare Pavese che si è imbottito di farmaci in una squallida stanzetta d’albergo torinese. Di Emilio Salgari che si è sventrato con un coltello da cucina. Psicotici come Campana, paranoici come Gadda, narcisisti come Gabriele D’annunzio. Giovanni Pascoli è morto di cirrosi epatica: il “fanciullino” era un’alcolista cronico che veniva raccattato per strada. Quanti lo sanno? Perché ci concentriamo sulla bellezza della perla e nascondiamo ai nostri figli e (e spesso a noi stessi) la malattia dell’ostrica che l’ha prodotta? Ma soprattutto, perché nonostante tutto questo, quando stiamo male ancora andiamo in libreria? Attraverso incursioni nella vita dei grandi della letteratura, Claudio troverà un modo per accompagnare suo figlio nella tempestosa età preadolescenziale. Ma soprattutto compie un viaggio a ritroso nella propria “età a rischio”, ripercorrendo un disagio personale che, come accade a milioni di persone, è stato curato proprio grazie alla bellezza dei libri, grazie al lavoro di centinai geniacci che hanno prodotto perle della letteratura. Perché gli scrittori ci salvano la vita.

Claudio Morici è laureato in psicologia, oltre ad essere scrittore, attore teatrale e videomaker. Ha pubblicato 5 romanzi tra cui “La terra vista dalla Luna” (Bompiani, 2009), “L’uomo d’argento” (E/O, 2012), “Confessioni di uno Spammer” (E/O, 2014). Ha scritto reportage per Il Venerdì, Internazionale, MinimaetMoralia. Come autore e performer ha riempito teatri off romani e girato per tutta Italia. Il suo ultimo spettacolo “Alexo” è stato prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e ha debuttato il 7 maggio 2022 all’Auditorium Parco della Musica. Pochi giorni prima del lockdown era in finale a Italia’s Got Talent, con un pezzo comico in cui recensiva l’elenco telefonico di Roma del 2012. Dal 2020 ha cominciato a girare brevi video satirici, ospitati spesso da Propaganda Live, Internazionale.it, RaiNews, repubblica.it e di recente anche sul sito dell’Unione Buddhisti Italiani. È voce principale del podcast “Willy, una storia di ragazzi” (Storielibere). Da due anni cura una rubrica video su PlayBooks, il programma sui libri di Rai Play.

DOMENICA 9 GIUGNO

Ore 18:00 – Seminario Vescovile

PARTITURA INCOMPIUTA DELL’ASSENZA

NadiaGelsominaMariagrazia Fiore

Ne “La tessitrice”, un libro senza convenevoli di scena nelle parole e nelle illustrazioni, Mariagrazia Fiore (scrittrice) e Nadiagelsomina (illustratrice) compiono una ricerca sul dolore. Impreparazione. Smarrimento. Vuoto. Qualsiasi sia la sua origine, anche e soprattutto per un lutto, il dolore ponedavanti a un processo comune, durante il quale ognuno e ognuna cerca il filoslabbrato da cui -forse- ricominciare. Cosa può farti sentire il dolore? Cosa può farti vedere il dolore? Dove può portarti? Cosa ci può essere oltre il vuoto e le paure? Cosa rimane?

Logopedista, autrice barlettana, Mariagrazia Fiore ama raccogliere minuteria tra le parole sabbia e nuvola, petalo e conchiglia. Tiene incontri formativi e iniziative culturali intorno al mondo della letteratura per l’infanzia. Promuove la lettura ad alta voce grazie ai progetti “Letturepiccolepiccole”, “Brif Bruf Braf” e come operatrice del programma nazionale NatiperLeggere. A queste attività unisce quella di scrittrice. Il suo “Clara – Un giorno d’estate”, libro illustrato da Martina Peluso e pubblicato da Rotas (2017), è stato oggetto di una tesi di laurea magistrale in storia dei processi educativi e formativi. Nel luglio del 2023, pubblica con Sabir editore l’albo “Bibù ha perso un occhio”, illustrato da Serena Balbo trovando spazio nelle recentissime “Più libri più liberi” di Roma e “Bologna Children’s book fair”. In uscita a novembre 2024 sempre per Sabir editore, “La mia voce”, albo illustrato da Giada Nagri.

Nadiagelsomina (tuttattaccato) vive a Sud. È un’illustratrice e una graphic designer si occupa (anche) di comunicazione. Aggroviglia pensieri nei disegni, scrive e ama Fellini. Ha pubblicato illustrazioni, scritto storie e dipinge. Creare è l’esigenza, come il respiro. Considera l’Arte utile, ancora e sempre. “No, non lo so a cosa serve questo sasso, io. Ma a qualcosa deve servire. Perché se questo è inutile, allora è inutile tutto. Anche le stelle” (da ”La strada “, Federico Fellini).

Ore 19:00 Seminario Vescovile

CAMPIONARIO DELLE DELUSIONI

Niccolò ZancanFrancesca Coin

Sono vite che si muovono su un piano inclinato. Quando manca la prospettiva, esiste solo il presente, e ci si cade dentro come fosse un precipizio. L’affitto da pagare. La bolletta della luce. Trovare i soldi per il dentista e trovare un senso, un po’ di bellezza. Di mese in mese. Un eterno presente. Vite declinanti, senza riparo. Esistono i salvati e gli altri, questo incontro è per gli altri. In un tempo in cui conta soltanto chi vince, e la vittoria consiste nell’arricchimento e nella notorietà, tutti gli altri perdono. E perdono anche il diritto alla soddisfazione, alla bellezza, alla pace. È saltato il paradigma che sorreggeva il secolo scorso. Inoltre, nella nostra società il lavoro è stato a lungo considerato ciò che ci definisce, il fondamento della nostra identità. Addirittura qualcosa su cui è possibile, come ricorda la nostra Costituzione, fondare una Repubblica. Negli ultimi anni però, e in particolare dopo la pandemia, qualcosa sembra essere cambiato: milioni di persone in tutto il mondo hanno deciso di lasciare il proprio posto di lavoro.

Niccolò Zancan è nato a Torino nel 1971. Giornalista dall’età di ventitré anni, prima a «la Repubblica», poi a «La Stampa» (di cui è inviato speciale), scrive storie di strada, violenza ed emarginazione. Ha pubblicato Sono tutti bravi a morire (Meridiano Zero. 2014), Ti mando un bacio (Sperlin & Kupfer, 2015) e L’undicesimo comandamento (Sperling & Kupfer, 2017).

Francesca Coin è una sociologa e autrice italiana. Si occupa di lavoro e diseguaglianze sociali. Ha un dottorato di ricerca in Sociologia presso la Georgia State University, negli Stati Uniti. Ha lavorato come professoressa associata nel dipartimento di Sociologia dell’università di Lancaster, nel Regno Unito, e insegnato nel Centro di competenze lavoro welfare società del dipartimento di Economia aziendale sanità e sociale (Deass) della Supsi, in Svizzera. Tra i suoi scritti, Il produttore consumato (Il Poligrafo, 2006), Salari rubati. Economia, politica e conflitto ai tempi del salario gratuito (Ombre Corte, 2017) e Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita (Einaudi, 2023).

Ore 20:15 Seminario Vescovile

SUICIDI EDITORIALI

Claudio Morici

Uno spettacolo divertente che riflette sui meccanismi produttivi e le dinamiche creative, per gli addetti ai lavori e per i tantissimi italiani con un libro di 1.200 pagine nel cassetto. Perché scrivere in Italia oggi può essere bello o brutto, ma è sempre un doppio salto mortale. Lo spettacolo è stato prodotto da RaiPlay per promuovere il programma Play Books e ha debuttato a Più libri, più liberi. Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria nel dicembre 2022.

Claudio Morici è laureato in psicologia, oltre ad essere scrittore, attore teatrale e videomaker. Ha pubblicato 5 romanzi tra cui “La terra vista dalla Luna” (Bompiani, 2009), “L’uomo d’argento” (E/O, 2012), “Confessioni di uno Spammer” (E/O, 2014). Ha scritto reportage per Il Venerdì, Internazionale, MinimaetMoralia. Come autore e performer ha riempito teatri off romani e girato per tutta Italia. Il suo ultimo spettacolo “Alexo” è stato prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e ha debuttato il 7 maggio 2022 all’Auditorium Parco della Musica. Pochi giorni prima del lockdown era in finale a Italia’s Got Talent, con un pezzo comico in cui recensiva l’elenco telefonico di Roma del 2012. Dal 2020 ha cominciato a girare brevi video satirici, ospitati spesso da Propaganda Live, Internazionale.it, RaiNews, repubblica.it e di recente anche sul sito dell’Unione Buddhisti Italiani. È voce principale del podcast “Willy, una storia di ragazzi” (storielibere). Da due anni cura una rubrica video su PlayBooks, il programma sui libri di Rai Play.

Ore 21:30 Seminario Vescovile

MOBY DICK

Roberto Mercadini

Moby Dick non racconta una storia. Non è un romanzo. Forse neppure un libro. È un mostro che sta fra gli altri volumi scritti come il leviatano bianco sta in mezzo alle altre creature marine. Che può farne, allora, un narratore (e nel tempo d’una narrazione)? Può almeno far brillare alcuni frammenti incandescenti; far intuire, per sintesi, l’intera luce, l’intero calore del magma.

Roberto Mercadini (Cesena, 1978), narratore, autore-attore, scrittore, poeta e divulgatore, con oltre 100 date all’anno si esibisce in tutta Italia con i suoi monologhi che spaziano dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità, dai grandi interpreti della letteratura ai temi sociali (bullismo, ambiente ed ecologia). Nel 2018 esce ‘Storia perfetta dell’errore’ edito da Rizzoli, il suo primo romanzo. Nel 2019 il Teatro Stabile d’Abruzzo (con direzione artistica di Simone Cristicchi) produce il suo spettacolo teatrale ‘Vita di Leonardo’ con la regia di Alessandro Maggi e testi dello stesso Mercadini. Nel 2020 esce, sempre per Rizzoli, ‘Bomba atomica’, eletto come il Miglior Libro del 2020 dal concorso indetto da Robinson (inserto culturale di La Repubblica) con giuria composta da lettori ‘forti’ di tutta Italia. Nel 2022 esce il libro ‘L’Ingegno e le tenebre: Leonardo e Michelangelo. Due geni rivali nel cuore oscuro del Rinascimento’, sempre edito da Rizzoli. Nel 2023 esce invece ‘La donna che rise di Dio e altre storie della Bibbia’, sempre per Rizzoli editore. Da gennaio 2023 è ospite della trasmissione “Splendida cornice” condotta da Geppi Cucciari in onda su Rai 3 in prima serata in qualità di ‘divulgatore’. Attivo in rete, ha un canale canale YouTube seguito da oltre 175.000 followers e un canale Instagram da oltre 55.000.

LUNEDÌ 10 GIUGNO

Ore 19:00 Seminario Vescovile

NOSTALGIA VS REPUTAZIONE

UN CONFRONTO UN PO’ ARDITO

Anna VoltaggioIlaria Gaspari

I personaggi di Anna Voltaggio sono dentro la nostalgia di un inconoscibile passato, conoscono l’amore soltanto come una forma illusoria, vivono di tenerezze incerte, di desideri rimasti in sospeso, di sentimenti da tenere a bada; e accendono bagliori improvvisi su vite di cui non ci serve sapere più di quanto viene accennato. Spiegano l’erotismo senza dirlo, il piacere senza inseguirlo, modulano l’attesa come un puzzle incompleto, dove le tessere che mancano generano un altro disegno, e mostrano l’errore come unica forma possibile di libertà. In queste pagine popolate di voci perdute sembra che arrivi di tanto in tanto il rumore della vita, dove il futuro si mescola al passato come un paradosso, in un presente che non rinuncia a nulla eppure si smarrisce di fronte ai sogni e ai desideri. Anna Voltaggio chiude i conti con ricordi, desideri e ossessioni scegliendo dettagli, cucendo assieme storie che mettono in luce tutte le nostre incapacità, tutti i nostri difetti troppo umani. Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquistati della maturità. Cosa succede quando la diffidenza inquina lo sguardo, quando i confini fra le colpe e i pettegolezzi si fanno labili, quando fidarsi significa rischiare? Ci racconta i perfidi meccanismi del pregiudizio che si può facilmente trasformare in menzogna e calunnia e distruggere una vita. Mai come in questo periodo abbiamo visto reputazioni cristalline finire in pezzi dalla mattina alla sera, la credibilità può cadere a picco con la stessa velocità con cui era salita agli onori della cronaca e ridurre in cenere -a torto o a ragione- onorate carriere. Sono le montagne russe a cui ci hanno abituato i social, termometri implacabili della nostra fragile contemporaneità.

Anna Voltaggio è nata a Palermo. Vive a Roma e lavora come ufficio stampa specializzato nel settore culturale. La nostalgia che avremo di noi è il suo primo romanzo.

Ilaria Gaspari è un’autrice italiana. Ha studiato filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si è addottorata all’università Paris 1 Panthéon Sorbonne. Nel 2015 è uscito per Voland il suo primo romanzo, Etica dell’acquario, e nel 2018 ha pubblicato per Sonzogno Ragioni e sentimenti, un conte philosophique sull’amore. Per Einaudi ha pubblicato Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (2019), e Clara legge Proust (2023). Nel 2024 esce per Guanda, La reputazione. Collabora con diversi giornali e tiene corsi di scrittura alla Scuola Holden. Vive tra Roma e Parigi.

Ore 20:15 Seminario Vescovile

QUAL È L’OPPOSTO DI DISPERAZIONE?

Vito Mancuso

A ognuno di noi capita di vivere momenti di stallo, quando non riusciamo a trovare la forza per andare avanti né sappiamo quale direzione prendere. La letteratura ci insegna che da sempre siamo in lotta con questa sensazione d’impotenza, ciò che è cambiato è solo il nostro modo di reagire. Se in passato cercavamo una via di fuga nella religione, oggi la troviamo in una nuova fede che celebra il culto dell’Io. L’inganno, però, è dietro l’angolo, perché nel credere soltanto in sé il narcisismo non fa altro che aggravare la propria prigionia.

Vito Mancuso è un teologo italiano. È stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011; dal 2013 al 2014 è stato docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova; dal 2009 al 2017 ha collaborato con il quotidiano “La Repubblica”. Dal 2022 è editorialista del quotidiano La Stampa. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare “L’anima e il suo destino” (Raffaello Cortina, 2007),”Io e Dio Una guida dei perplessi” (Garzanti, 2011), “Il principio passione La forza che ci spinge ad amare” (Garzanti 2013), “Dio e il suo destino”(Garzanti 2015), quattro bestseller da oltre centomila copie con traduzioni in altre lingue e una poderosa rassegna stampa, radiofonica e televisiva. Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Il suo ultimo libro è “Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione” (Garzanti Editore, novembre 2023).

Ore 21:30 Seminario Vescovile

STORIE PER LA FINE DEL MONDO

LA FINE STA ARRIVANDO

Massimiliano Loizzi | Mercanti di Storie (Milano)

Urgente, profondo e attuale, il racconto di Loizzi – scrittore, attore, comico e regista, volto noto de il Terzo Segreto di Satira – è fatto di frammenti di storie tragiche eppure comiche: un’intensa raccolta di fiabe per adulti dove si ride e si soffre ma soprattutto si soffre. Come mai tutti parlano della fine del mondo seppure nessuno pare voglia parlarne per davvero? E perché l’emergenza ambientale è strettamente connessa alle migrazioni? Anche se sappiamo bene che se non cambiamo il mondo per come lo viviamo, sarà il mondo stesso a rifiutarci e l’umanità, prima di quanto pensiamo, potrebbe estinguersi, non riusciamo a crederci perché non lo vediamo. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Ma che potere hanno le storie e quanto, la nostra capacità di immaginare un mondo diverso può, influenzare il mondo stesso? Un progetto in collaborazione e a sostegno di Mediterranea e Plastic Free

Massimiliano Loizzi è attore, scrittore e regista, volto de Il Terzo Segreto di Satira, autore dei romanzi Quando diventi piccolo (Rizzoli), Maledetta primavera e La Bestia (People). Il suo primo film da protagonista con il collettivo, “Si muore tutti democristiani”, è su RaiPlay. È autore e interprete degli spettacoli prodotti dai Mercanti di Storie. Scrive una rubrica per FanPage e ha collaborato, fra gli altri, con Renati Sarti, Paolo Rossi, Tullio Solenghi, Antonio Latella, Andrea De Rosa.

MARTEDÌ 11 GIUGNO

Ore 19:00 – Seminario Vescovile

OASI DEL PESSIMISMO

Antonio Pascale

L’oasi del pessimismo, come e perché realizzare un giardino per consolare gli afflitti e i feriti della grande guerra della vita. Il pessimismo, infatti, è uno strumento utilissimo ad osservare con maggiore precisione e dunque meno illusioni la natura umana e regala un senso di pietas, indispensabile per capire le ragioni che rendono la vita degna di essere vissuta. L’oasi è un luogo semplice, che ospita elementi essenziali alla vita e poche piante. E tuttavia ogni pianta esprime un simbolo e avvia una riflessione sun tema. Ad ogni pianta è associato uno scrittore, una scrittrice, un filosofo, una filosofa, uno scienziato/a che quel tema ha svolto con cura e passione. Nell’oasi si può riflettere dell’amore, del tempo, del caos dei nostri orizzonti temporali, materiali, spirituali. nell’oasi si passeggia, ci si addormenta, si riflette si fa amicizia, si pensa alla vita fuori.

Antonio Pascale, Napoli, 1966. Ha abitato prima a Caserta poi dal 1989 a Roma dove attualmente lavora. È scrittore, saggista, autore televisivo (di Belve) e teatrale, ispettore presso il Masaf, apprezzato conferenziere. Ha scritto molti libri, vinto molti premi, il suo ultimo lavoro si chiama la foglia di fico, Einaudi, vincitore della selezione dei Campiello 2022. Scrive per il Mattino, il Foglio, la Stampa, Rivista Studio, Le Scienze e Mind (dove ha una rubrica) e le Guide di Repubblica. Dirige Agrifoglio, il primo sito che si occupa di agricoltura e innovazione.

Ore 20:15 Seminario Vescovile

DUE CUORI E UNA RECHERCHE

Ilaria Gaspari – Guido Vitiello

Alla ricerca del tempo perduto, si sa, è il romanzo più lungo del mondo. Ma non è solo questo: è una formidabile galleria di personaggi, un ricettario, un trattato di botanica, un campionario zoologico. È un catalogo di quadri e un dizionario dei segni della gelosia e dell’amore. Un tentativo eroico di rompere la corsa del tempo in avanti, e di tornare al giardino segreto dell’infanzia quando ormai se ne è stati espulsi da un bel pezzo. È un canzoniere e una satira, e soprattutto: un paio d’occhiali che, una volta che te li ritrovi sul naso, ti impediscono di vedere le cose come le vedevi prima. Ma è un romanzo-montagna, imponente, difficile da scalare; come sosteneva il fratello dell’autore, Robert, che senza troppa delicatezza irrideva Marcel per la mole inusitata della sua opera, per leggerlo tutto bisognerebbe avere a disposizione una lunga convalescenza a letto. E questo, per leggerlo tutto individualmente. Cosa succede invece quando in una casa, in pochi metri quadri, una coppia si trova contemporaneamente alle prese con il romanzo dei romanzi? In questo spettacolo dialogico, fatto di contrappunti, di slanci e di battibecchi, Ilaria Gaspari e Guido Vitiello, coppia nella vita e per la prima volta anche sulla scena, raccontano insieme, fra il serio e il faceto, il “loro” Proust. Che è fatto delle versioni individuali che ognuno di loro se ne è costruito, lasciando riecheggiare le proprie ossessioni, i propri tic, rintracciando i segnali di ricordi mezzi sepolti; ma anche di una versione condivisa, che permette di trovare nomi nuovi alle piccole cose della vita quotidiana, di scherzare, di rimbeccarsi e di prendersi in giro. Perché non c’è libro, per quanto grande, che non abbia anche un lato domestico.

Ilaria Gaspari è un’autrice italiana. Ha studiato filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si è addottorata all’università Paris 1 Panthéon Sorbonne. Nel 2015 è uscito per Voland il suo primo romanzo, Etica dell’acquario, e nel 2018 ha pubblicato per Sonzogno Ragioni e sentimenti, un conte philosophique sull’amore. Per Einaudi ha pubblicato Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (2019), e Clara legge Proust (2023). Nel 2024 esce La reputazione (Guanda). Collabora con diversi giornali e tiene corsi di scrittura alla Scuola Holden. Vive tra Roma e Parigi.

Guido Vitiello è professore e saggista. Scrive regolarmente per Il Foglio. Per anni, sul settimanale Internazionale, ha curato la rubrica delle lettere «Il bibliopatologo risponde», dedicata alle perversioni dei lettori. Insegna Teoria e storia del linguaggio cinematografico alla Sapienza Università di Roma. I suoi ultimi libri sono Una visita al Bates Motel (2019) e Il lettore sul lettino (2021).

Ore 21:30 Seminario Vescovile

FUOCO ALLE POLVERISTORIE DI RIVOLUZIONARI GENTILI CHE CI DICONO CHE IL MONDO

PUÒ ANCORA ESSERE CAMBIATO

Di e con Saverio Tommasi

Regia Simone Rota

Produzione Epoché ArtEventi

“E tu da che parte stai?” Barcolli o prendi posizione? E sei davvero sicuro di aver scelto bene? Uno spettacolo che ribalterà quello in cui hai sempre creduto, mostrandoti l’altra faccia. L’altro lato. L’altro. L’ameno. Tutti, per una sera, avranno la possibilità di essere creduti: briganti, assassini e parolai. “Fuoco alle polveri” è una narrazione unica: tasselli il cui valore più alto è quello del nodo, dell’intreccio, in cui però nessuna storia è al riparo da certezze. Nello spettacolo ogni sicurezza verrà sottoposta a squarci. Storie come pietre d’inciampo, per comprendere il nostro presente e conoscere chi è capace di disequilibrare, spostando di lato la Storia. I nomi senza significato staranno accanto ai re. Cadranno corone. Gli incredibili saranno stimati. Si farà spazio a creduloni e birbanti, le fattucchiere saranno accolte da squilli di tromba. Sono i piccoli eventi che la narrazione vuole sottolineare, gli atti di insubordinazione gentile che con questo spettacolo proviamo a rendere eterni. Storie da cui emerge il ritratto di un Paese che vuol resistere, nonostante tutto: la storia del nostro Paese oggi, senza certezze, o forse soltanto una: la sicurezza che le parole cambieranno il mondo. Mi accorgo di essere diventato una delle storie che ho raccontato quando questa smette di perseguitarmi. “Io non voglio dimostrare niente, io voglio mostrare” (Federico Fellini).

Saverio Tommasi è nato e vive a Firenze. Giornalista di Fanpage.it, realizza video e reportage in Italia e all’estero. I suoi video hanno all’attivo oltre mezzo miliardo di visualizzazioni. Scrittore con Feltrinelli, il suo ultimo libro esce a maggio 2023: “Troppo neri”. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica dell’Antoniano di Bologna, nel 2024 torna per la prima volta in teatro dopo dieci anni con il suo nuovo spettacolo: “Fuoco alle polveri!” Presidente e fondatore di Sheep Italia, associazione con la quale opera a fianco delle persone più fragili, e che coinvolge attualmente oltre diecimila volontari e volontarie in tutta Italia.

MERCOLEDÌ 12 GIUGNO

Ore 19:00 – Seminario Vescovile

LO SPETTACOLO DEL MALE

Lucrezia Ercoli

La violenza è dappertutto e noi siamo inevitabilmente attratti dalla sua rappresentazione. Di questo bisogno si sono occupate la letteratura, l’arte, la filosofia e la psicanalisi. Il cinema e le serie tv hanno riconfigurato i codici espressivi con cui ci viene raccontata la crudeltà umana: l’accostamento conturbante di musica classica e brutalità nelle memorabili sequenze di “Arancia meccanica” o la corsa frenetica per la sopravvivenza in “Squid Game” sono solo alcuni degli esempi attraverso cui la filosofa Lucrezia Ercoli analizza il complesso rapporto tra il male e il suo doppio, la sua immagine. Che cosa vediamo realmente quando assistiamo passivi al dolore altrui, alle raccapriccianti fotografie che ritraggono le vittime di serial killer come Jeffrey Dahmer? Volgere lo sguardo altrove potrebbe solo temporaneamente alleviare le nostre coscienze. Occorre, invece, riflettere sul nostro stato di ‘consumatori di malvagità’ per trasformare la nostra sete di violenza in una volontà di comprendere, di fare i conti con l’abisso che abita ognuno di noi. Come scrive l’autrice: «Il viaggio nella crudeltà umana non ci consente di sfuggire a noi stessi. […] È tempo di mettere a fuoco le contraddizioni che ci costituiscono, di confrontarci con la nostra ombra senza rimuoverla».

Lucrezia Ercoli, nata a Macerata, è docente di Storia dello spettacolo all’Accademia di belle arti di Bologna. Dal 2011è ideatrice e direttrice artistica del festival di filosofia del contemporaneo ‘Popsophia’, che coniuga la riflessione filosofica con i fenomeni pop della cultura di massa. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Filosofia e Teoria delle scienze umane presso l’Università degli studi di Roma Tre, dove ha collaborato con le cattedre di Estetica musicale e Filosofia morale. Fra le sue ultime pubblicazioni: Chiara Ferragni. Filosofia di una influencer, il Melangolo, 2020; Yesterday Filosofia della nostalgia Ponte alle Grazie 2022.

Ore 20:15 Seminario Vescovile

MANUALETTO PER LA PROSSIMA VITA

Ermanno Cavazzoni

Questo incontro dà le istruzioni (se per caso si torna al mondo una seconda o terza volta) per non cadere negli stessi errori, nelle stesse ingenuità e credenze illusorie che di norma finora ci hanno sempre accompagnato. Se uno potesse portarselo dietro nella successiva puntata ne sarebbe di sicuro avvantaggiato, sempre se la puntata prossima ci sarà davvero. Cavazzoni mette in guardia su una serie di cose a cui non si pensa: ed esempio come riconoscere l’aspetto elusivo e rimodernato del diavolo; se può essere un vantaggio sapere la data di morte; se non è meglio per la bilancia economica evitare di fare miracoli; i morti bisbigliano incessantemente attorno a noi; gli extraterrestri non potrebbero anche loro essere dei truffatori? E questa mania di fare foto non aumenterà la confusione il giorno del Giudizio? eccetera eccetera.

Ermanno Cavazzoni vive a Bologna dove ha insegnato all’università; è scrittore di romanzi e racconti:Il poema dei lunatici (Bollati Boringhieri, 1987),Vite brevi di idioti(Feltrinelli, 1997),Gli scrittori inutili(Feltrinelli, 2002),Morti fortunati(in riga edizioni, 2002); per Quodlibet Manualetto per la prossima vita (2024), Storia naturale dei giganti (2021), Gli eremiti del deserto (2016), La valle dei ladri (2014), Il limbo delle fantasticazioni (2009); per Guanda Guida agli animali fantastici (2011), e Il pensatore solitario (2015); per La Nave di Teseo La galassia dei dementi (2018), Storie vere e verissime (2019), La madre assassina (2021) e Il gran bugiardo (2023); ideatore con Gianni Celati e altri della rivista «Il semplice» (1995-1997); ha scritto di Luigi Pulci, Ludovico Ariosto, Franz Kafka ecc. Nel corso degli anni ha collaborato alla sceneggiatura di La voce della luna di Federico Fellini, e ad altri film e regie.

Ore 21:30 Seminario Vescovile

UNA COSETTA COSÌ.

NON È UN CONCERTO. NON È UNO SPETTACOLO TEATRALE.

NON È UN MONOLOGO.

Ghemon

Il nuovo progetto di Ghemon è uno spettacolo che porta sullo stesso palco musica, stand-up comedy e

storytelling. Partito dal mondo hip hop, del quale è diventato uno dei più apprezzati artisti, negli anni ha poi reso il suo stile unico, mescolando soul, rap e musica italiana. Nel corso della sua carriera ha scelto la strada della versatilità per raccontare agli altri il suo mondo interiore, facendolo anche attraverso i dj set, la radio, i podcast, un libro e lo sport (appassionato di calcio e pallacanestro, negli ultimi anni ha iniziato anche a correre maratone). Anni di evoluzioni e rivoluzioni, trovando nuove forme per assomigliarsi di più, perché se è vero che si hanno delle cose da dire, i modi per farlo possono essere potenzialmente infiniti. Nasce allora un altro modo per raccontarsi e raccontare al pubblico. “Una Cosetta Così” non è un concerto, non è un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico, ma in parte, un po’ di tutto questo. Uno spazio di libertà creativa in divenire dove sciogliere finalmente le briglie, per dare allo spettatore qualcosa di diverso da quello che già conosce attraverso la musica dell’artista. Sul palco uno show fatto di condivisione di storie personali da guardare attraverso la lente dell’ironia, canzoni inedite, cover inaspettate e momenti di riflessione più profonda. Insomma, una cosetta così. Lo spettacolo, scritto anche con l’aiuto di Carmine Del Grosso, vedrà sul palco Giuseppe Seccia alle tastiere e Filippo Cattaneo Ponzoni alla chitarra.

Partito dal mondo hip hop, del quale è diventato uno dei più apprezzati artisti, Ghemon negli anni ha poi reso il suo stile unico, mescolando soul, rap e musica italiana. Nel 2019 ha partecipato al Festival di Sanremo con il brano “Rose Viola” (disco d’oro) ed è ritornato sul palco dell’Ariston nel 2021 con “Momento Perfetto” inserita poi nel suo settimo album “E Vissero Feriti e Contenti”. Nel corso della sua carriera ha scelto la strada della versatilità per raccontare agli altri il suo mondo interiore, facendolo anche attraverso i dj set, la radio, la stand up comedy, i podcast, un libro e lo sport (appassionato di calcio e pallacanestro, negli ultimi anni ha iniziato anche a correre maratone).

GIOVEDÌ 13 GIUGNO

Ore 19:00 Seminario Vescovile

IL DIRITTO DI R-ESISTERE

DONNE SULL’ORLO DI UNA CRISI CLIMATICA

Sara Segantin – Alice Franchi

Storie di Resistenza, territori minacciati, ambiente, femminismo, diritti di comunità native e biodiversità si intrecceranno in un grande viaggio: un viaggio alla ricerca di cooperazione e amicizia, fatto sì di fatica e di lotte, ma soprattutto, fatto di persone. Una vecchia canzone dice che “le cose trasparenti sono le più resistenti”. Diritto a R-Esistere nasce proprio per rendere visibili quelle persone che spesso non lo sono: costrette a lottare in silenzio perché una voce non ce l’hanno. Sulle orme di Harriet Chalmers Adams, prima fotoreporter donna al mondo, tre giovani donne si avventureranno nei territori più minacciati del Centro America, per vedere, ascoltare e documentare le storie di lotta e di resistenza di attiviste, comunità e associazioni che combattono per i diritti umani e ambientali. Zaino in spalla, Sara, Alice e Odi attraverseranno Messico, Belize, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama a piedi o con l’autobus e documenteranno il loro viaggio in questi territori che sono tra i più colpiti dalla crisi climatica, dove i disastri ambientali riducono in povertà estrema più di due milioni di persone all’anno. La volontà è creare una rete di collaborazione tra le donne e le comunità che lottano ogni giorno e dare loro visibilità perché diventino esempio di sviluppo sostenibile a livello nazionale e internazionale.

Scrittrice, inviata per Geo, Sara Segantin è consulente alla direzione artistica di Fa la Cosa Giusta, è specializzata in questioni di giustizia climatica e climate literacy. Facilmente riconoscibile, ha sempre della frutta in mano e uno zaino blu in spalla.

Alice Franchi, attivista nell’ambito ambientale e sociale, si sta attualmente laureando in ‘Economia dello sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale’. Quando non è impegnata a organizzare progetti e scioperi di Fridays For Future, trova anche il tempo per scrivere la tesi.

Ore 20:15 Seminario Vescovile

JOYCE

Di e con Mauro Covacich

A cura di Massimo Navone

Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Lo scrittore affronta un corpo a corpo con un gigante della letteratura, James Joyce, la cui opera mondo, Ulisse, festeggia nel 2022 i cento anni della sua prima edizione integrale. Covacich metterà in luce i tratti umani ed artistici di quello che può essere considerato il primo scrittore performer, un uomo che ha subito quindici operazioni agli occhi e ha dato vita a una nuova forma di visibilità, un uomo ritenuto troppo cerebrale e che non ha mai smesso di parlare del corpo, un autore accusato di essere elitario e “un operaio della scrittura”, il genio che, meglio di ogni altro, ha mostrato come gli uomini siano un’invenzione del linguaggio.

Mauro Covacich ha pubblicato diversi libri di narrativa, tra cui “Storia di pazzi e di normali” (Theoria 1993, Laterza 2007), “Anomalie” (Mondadori 1998, 2001), “L’amore contro” (Mondadori 2001), “A perdifiato” (Mondadori 2003, Einaudi 2005), “Fiona” (Einaudi 2005), “Trieste sottosopra” (Laterza 2006),”Prima di sparire” (Einaudi 2008), “A nome tuo” (Einaudi, 2011), la cui seconda parte “Vi perdono” era uscita nel 2009, sempre da Einaudi, con l’eteronimo Angela Del Fabbro, “L’esperimento” (Einaudi, 2013). Collaboratore del Corriere della Sera e di altre testate, Covacich ha inoltre realizzato per la Rai alcuni radio documentari e il radiodramma Safari. Autore della videoinstallazione “L’umiliazione delle stelle” (Buziol-Einaudi-Magazzino d’Arte Moderna, Roma, 2011). Nel 2015 pubblica con Bomapiani “La sposa”, grazie al quale entra nella cinquina dei finalisti del Premio Strega. Nel 2017 esce per La Nave di Teseo Le città interiori. Nel centenario della scomparsa di Franz Kafka, Covacich affronta il suo grande amore letterario, una lunga passione cresciuta fin dall’adolescenza, ed esce Kafka (La Nave di Teseo 2024).

Ore 21:30 – Seminario Vescovile

RIMBAMBIMENTI: UN TED TALK SENESCENTE IN SALSA PUNK

Di e con Andrea Cosentino

Drammaturgia sonora e musica dal vivo Lorenzo Lemme

Progetto scenico Paola Villani

Realizzazione marionetta A e B

Luci Raffaella Vitiello

Costumi Anna Coluccia

Aiuto regia Alessandra De Luca

Collaborazione artistica Michela Aiello, Rita Frongia, Maergherita Masè, Giulio Sonno

Produzione Cranpi

Con il contributo di MiC – Ministero della Cultura

Con il sostegno di Fortezza Est

Una performance che parte come una conferenza sul tempo da parte di un presunto scienziato, il suo doppio marionettistico affetto da Alzheimer e un assistente musicista, e scivola verso un concerto/spettacolo che, allineandosi alle concezioni di tempo e materia della fisica quantistica, smonta inevitabilmente ogni ordine e logica causale. Tra spiegazioni rigorose e discorsi a vanvera, il conferenziere dimentica la sua parte, cerca di ricostruirla attraverso appunti e oggetti sulla scena dei quali fatica a ricordare l’utilità, fino a perdere ogni cognizione di sé e degli altri, in un processo inarrestabile verso la dissoluzione e l’entropia. Il risultato è una conferenza esplosa, un mix incosciente tra musica tecnologica, teatro di figura, divulgazione scientifica e parole in libertà, un TED Talk senescente in salsa punk.

Andrea Cosentino è attore, autore, comico e studioso di teatro. Premio speciale Ubu 2018. È inventore, proprietario, conduttore e conduttrice unico/a di Telemomò, la televisione autarchica a filiera corta. Tra i suoi spettacoli La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce (spettacolo finalista “Premio Scenario” 1998), il ‘dittico del presente’ costituito da L’asino albino e Angelica (i cui testi son pubblicati in Carla Romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l’apocalisse comica, Roma, Editoria e spettacolo, 2008), Antò le Momò-avanspettacolo della crudeltà, Primi passi sulla luna (il cui testo è pubblicato da Tic edizioni), Not here not now, Lourdes (spettacolo vincitore “Teatri del sacro 2015” con la regia di Luca Ricci), Trattato di economia (in collaborazione con Roberto Castello), Kotekino riff, Fake Folk e Rimbambimenti. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione AUT-AUT (Gbr-circuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (RTI mediaset), per la quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica. E’ promotore del PROGETTO MARA’SAMORT, che opera per un’ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso una ricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme espressive subalterne.

VENERDÌ 14 GIUGNO

Ore 19:00 Seminario Vescovile

IL SENSO DEL LAVORO PER LAVORATRICI AMBOSESSI

Irene Soave

Nel suo recente volume “Lo statuto delle lavoratrici” (Bompiani), la giornalista del Corriere della Sera parla di questo sentimento utilissimo a chi gestisce il lavoro e meno a chi lo fa, tanto che si parla di hope labourers – tutti i giovani e meno giovani che accettano lavori precari a condizioni pessime per loro e egregie per i loro datori con la speranza di essere poi regolarizzati (spoiler: non accade più che in un caso su tre, secondo l’Inapp). E viceversa del sentimento opposto: allora bisogna disperare, cioè pensare che dal lavoro non può venirti mai niente di buono, e certo non una realizzazione personale anche piccola? La risposta del libro è che bisogna invece trasformare la disperazione in incazzatura. Lo Statuto dei lavoratori è in vigore in Italia dal 1970. Irene Soave ne rivisita alcuni articoli leggendoli alla luce di quanto succede oggi alle donne e tra le donne nel mondo del lavoro. Nella sua inchiesta sentimentale – condotta col piglio concreto e rapido della giornalista, ricca di dati ma accesa dalla passione di ciò che vede, sente, è – Irene Soave fotografa la collettiva disaffezione al lavoro individuandone le radici, i sintomi e le conseguenze: abbiamo davvero tutti il burnout? Il lavoro flessibile davvero ci rende liberi? Davvero una puerpera su due deve considerare inevitabile abbandonare la vita attiva? Davvero un compito va svolto bene pure se è brutto? Davvero cambiare vita è una soluzione? Irene Soave guarda a sé e al mondo, colleziona storie, torna indietro nel tempo e immagina un futuro possibile per compilare con il suo stile serrato e caldo un compendio di chi siamo e come siamo quando siamo al lavoro oggi, con quali disperazioni e quali prospettive. Ne risulta un’analisi puntuale della nostra società, ancora impigliata negli stereotipi, ancora poco inventiva nel pensare un mondo del lavoro in cui tutti e tutte si stia meglio, si stia bene, si possa stare senza rinunce. Tutti e tutte. Perché “la manutenzione dell’habitat, la cura a che non sia respingente, il conflitto necessario per difenderlo dall’ingordigia e dalla prepotenza di chi lo comanda, e ritiene di possederlo sono mansioni collettive”. E un mondo del lavoro che includa le donne è più abitabile anche per gli uomini.

Irene Soave, nata a Savigliano nel 1984, vive e lavora a Milano. È giornalista al Corriere della Sera, dove si occupa di esteri, attualità e cultura. Colleziona libri di galateo e riviste femminili, a cui ha dedicato, nel lontano 2005, anche una tesi di laurea. Ha vissuto a Colonia, in Germania, abbastanza a lungo da rimpatriare con gioia.

Ore 19:00 Seminario Vescovile

LA VENDETTA DELLE ORCHE

Roberto Inchingolo con Sara Segantin

La nostra relazione con gli animali è a dir poco bizzarra: dopo aver esplorato ogni angolo della Terra e plasmato a nostro uso e consumo l’ambiente che ci circonda, noi esseri umani ci consideriamo la specie dominante di questo pianeta. Applichiamo questa mentalità anche agli animali, con la pretesa di averli sempre sotto controllo. Ma non sempre loro sono d’accordo. Partendo da casi e notizie di cronaca di animali che “si vendicano” contro di noi, Roberto Inchingolo racconta storie di specie che, a modo loro, sfuggono alla nostra presa e riescono, ogni tanto, a prendersi qualche rivincita. Dai fenicotteri che fuggono dalle gabbie degli zoo ai maiali che mangiano i loro allevatori, fino alle orche che distruggono le barche che affollano il mare, queste storie parlano di evoluzione e coesistenza, invitandoci a riflettere sul nostro rapporto con gli animali e svelando che il controllo umano sul mondo naturale è molto meno saldo di quanto si pensi.

Roberto Inchingolo è laureato in Scienze naturali presso l’Università di Bologna e ha conseguito un master in Comunicazione della scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Ha lavorato come giornalista scientifico freelance e divulgatore presso la Cambridge University, l’Institute of Cancer Research di Londra e lo Human Brain Project a Marsiglia. Ha pubblicato Perché ci piace il pericolo (Sironi, 2013) e Zoocrazia. La vita politica degli animali (Durango Edizioni, 2021). Finito di scrivere “La vendetta delle orche” (Codie), è tornato a essere vegetariano.

Scrittrice, inviata per Geo, Sara Segantin è consulente alla direzione artistica di Fa la Cosa Giusta, è specializzata in questioni di giustizia climatica e climate literacy. Facilmente riconoscibile, ha sempre della frutta in mano e uno zaino blu in spalla.

Ore 20:15 Seminario Vescovile

KAFKA

Mauro Covacich

“Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?” A partire da questo pensiero già definitivo, scritto in una lettera all’amico Oskar Pollak da un Franz Kafka appena ventenne, Mauro Covacich insegue lo scrittore praghese in un corpo a corpo tra vita e letteratura. Kafka scrive in una lingua che non era la sua, ma il tedesco dell’impero austro-ungarico imparato a scuola: “ogni lingua è un mondo. Se scegli quella di un altro, ti aggirerai tutta la vita per un mondo non tuo. E anche quando ti capiterà di rispecchiarti nelle vetrine, ti accorgerai che quel tizio riflesso non sei tu”. Questa estraneità rispetto alla vita, rispetto all’amore, rispetto al padre Hermann e alla famiglia, scolpisce la scrittura e l’immaginario con cui Kafka concepisce i suoi capolavori: La metamorfosi, Nella colonia penale, Il processo. Ma anche le pagine di diario in cui annota i sogni, i libri letti, le serate con gli amici e le visite ai bordelli; e proprio in un postribolo della Trieste teresiana, Franz potrebbe avere incontrato James Joyce. Il soggiorno triestino di Kafka rivive nell’indagine letteraria di Covacich, fino agli archivi delle Generali dove la grafia del praghese sembra seguire l’alienazione di un lavoro d’ufficio che non gli lasciava tempo per l’immaginazione.

Mauro Covacich ha pubblicato diversi libri di narrativa, tra cui “Storia di pazzi e di normali” (Theoria 1993, Laterza 2007), “Anomalie” (Mondadori 1998, 2001), “L’amore contro” (Mondadori 2001), “A perdifiato” (Mondadori 2003, Einaudi 2005), “Fiona” (Einaudi 2005), “Trieste sottosopra” (Laterza 2006),”Prima di sparire” (Einaudi 2008), “A nome tuo” (Einaudi, 2011), la cui seconda parte “Vi perdono” era uscita nel 2009, sempre da Einaudi, con l’eteronimo Angela Del Fabbro, “L’esperimento” (Einaudi, 2013). Collaboratore del Corriere della Sera e di altre testate, Covacich ha inoltre realizzato per la Rai alcuni radio documentari e il radiodramma Safari. Autore della videoinstallazione “L’umiliazione delle stelle” (Buziol-Einaudi-Magazzino d’Arte Moderna, Roma, 2011). Nel 2015 pubblica con Bomapiani “La sposa”, grazie al quale entra nella cinquina dei finalisti del Premio Strega. Nel 2017 esce per La Nave di Teseo Le città interiori. Nel centenario della scomparsa di Franz Kafka, Covacich affronta il suo grande amore letterario, una lunga passione cresciuta fin dall’adolescenza, ed esce Kafka (La Nave di Teseo 2024).

Ore 21:30 Seminario Vescovile

NON È LA STORIA DI UN EROE

Mauro Pescio

Spettacolo tratto da “Io ero il Milanese” – podcast di Rai Play Sound

Io nasco dalla narrazione del mio vissuto, dalla narrazione dei disastri della mia vita. Non è la storia di un eroe, al contrario, è la storia di tanti fallimenti e scelte sbagliate, che però a un certo punto sono state riconosciute come tali. Ho conosciuto Lorenzo nell’estate del 2017. Era uscito dal carcere da una decina di giorni. Durante il nostro primo incontro, durato qualche ora, mi ha raccontato in sintesi tutta la sua vita, da quando era entrato in carcere la prima volta a pochi mesi, a trovare suo padre, a quando era uscito come un uomo nuovo di 40 anni, in quel luglio 2017, trasformato in una risorsa per la società. Io ero il milanese è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, un uomo con cui la sfortuna si è accanita, un uomo che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. È la storia di come non debba mai venire meno la speranza, la fiducia e soprattutto di come si debba sempre offrire un’altra possibilità. La storia di Lorenzo è un progetto creativo crossmediale. È nato come un podcast, intitolato Io ero il Milanese, prodotto da raiplaysound, che è diventato un vero e proprio caso nel 2022. Partito in sordina, grazie al passaparola il podcast ha conquistato il pubblico sfiorando i 3 milioni di ascolti. Nel gennaio del 2023 è diventato un libro edito da Mondadori ed anche uno spettacolo teatrale che ha debuttato ha debuttato a Bari in occasione del Prix Italia, il 4 ottobre 2022. Ora la storia di Lorenzo S. potrà essere conosciuta dal vivo. Lo spazio teatrale è, per antonomasia, la spazio della rivoluzione, adatto quindi a dare voce alla rivoluzione personale di Lorenzo S. e alla sua storia difficile, dura, ma anche piena di speranza. All’edizione 2023 de Il Pod (Italian Podcast Awards), “Io ero il milanese” riceve il primo premio nella categoria “Documentario”.

Mauro Pescio, cresciuto in una provincia del nord, nel 1998 si forma alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” a Milano. Lavora come attore in teatro, cinema e televisione. Nel 2004 a Roma fonda la compagnia teatrale Gloriababbi teatro. Nel 2012 per l’Università la Sapienza di Roma, scrive, gira e monta il documentario “Cosa

desidera?”. Dal 2012 al 2022 è autore in radio di Matteo Caccia nelle trasmissioni Voi siete qui (radio 24), Una vita e pascal (radio2), Linee D’ombra, Matteo Caccia racconta (radio24). Per radio3 scrive il radiodramma “Salario” e collabora alle trasmissioni Tresoldi, Ad alta voce, Tutta l’Umanità ne parla. Insieme a Matteo Caccia, per Audible, ha raccolto e scritto il podcast “la Piena”. Dal 2018 al 2022 Scrive “Linee d’ombra”, per radio24. Per CHora media ha scritto insieme a Giovanni Bianconi il podcast “Un uomo chiamato diabolik”, per Audible ha scritto il podcast “La Cattura”, per radio3 il podcast “Genova per tutti”, per Raiplaysound il podcast “Io ero il Milanese”. Ha creato e conduce “Mio cugino”, un format originale, che ibrida teatro, storytelling e stand up, in cui 4 persone raccontano un episodio piuttosto inverosimile che gli è successo, ma solo 3 di questi episodi sono veri e 1 è finto e il pubblico deve indovinare qual è quello finto. Tiene laboratori di scrittura per Scuola Holden e presso il Dams – Università Roma 3. Vive in centro a Roma da anni, ma resta un uomo di provincia. Ha una compagna e due figli. Ha 49 anni abbastanza spremuti.

SABATO 15 GIUGNO

Ore 17:00 – Seminario Vescovile

FEMMINISMI E PATRIARCATO

UN RICORDO DI MICHELA MURGIA

Chiara Tagliaferri

Tra libri, podcast, spettacoli teatrali Chiara Tagliaferri ha contribuito a rimettere al centro dell’opinione pubblica i temi dei femminismi e del patriarcato. Saranno le donne, questa volta, a far sì che l’Italia faccia il salto necessario a diventare un paese migliore, meno violento, più civile, e anche più felice? Ma poiché quando si parla di femminismi e patriarcato tutto ciò che è privato diventa automaticamente anche politico.

Chiara Tagliaferri è una scrittrice. Ha lavorato a lungo come autrice di trasmissioni radiofoniche di successo per Radio2, dove si è occupata di cinema, musica e spettacolo. È autrice con Michela Murgia del libro Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe e Morgana. L’uomo ricco sono io, ispirati dall’omonimo podcast di culto della piattaforma Storielibere.fm, di cui ha coordinato i contenuti editoriali. Sono molti i podcast che ha scritto e curato.

Ore 18:00 Seminario Vescovile

AMORI TOSSICI

Laura Pigozzi

L’amore tossico non si fabbrica da solo o a causa di ripetuti incontri cattivi. I cattivi incontri arrivano sempre prima. Questo libro parla di invasioni nei confini delle relazioni che viviamo in famiglia e fuori. Parla di mariti, amanti, ma anche amici, colleghi, superiori e soprattutto madri che in nome dell’amore assoluto impediscono il necessario e vitale processo di separazione dei figli. Parla di ghosting, serial lover e gaslighter. Parla di quei legami che diventano predatori, che ci tolgono spazio, che ci depotenziano, che ci fanno male. Ma per capire come l’amore può ribaltarsi in odio è importante guardare indietro. Perché i sadici, i prepotenti, i manipolatori hanno un fiuto infallibile nell’annusare e scegliere la vittima perfetta che ogni ex bimbo o bimba violata rappresenta in potenza. L’amore è una questione di confini, di bordi che dovrebbero restare porosi, mobili, morbidi e consentire il passaggio di ciò che nutre, come fa la membrana di una cellula, definita ma non assoluta, stabile ma non necrotizzata. Nell’amore tossico, invece, i confini sono perturbati: abbattuti nell’invasione simbiotica dell’amore assoluto, oppure irrigiditi, invalicabili ed espulsivi, nell’abbandono. Esiste una strana equivalenza tra simbiosi e abbandono che viene vissuta nei nostri primi legami famigliari e che si riproduce inevitabilmente nelle relazioni d’amore che stabiliamo da adulti.

Laura Pigozzi, psicoanalista e psicologa clinica, si è formata in Italia e in Francia. Alla luce della teoria analitica rilegge i fenomeni sociali contemporanei che riguardano i giovani, le donne, le nuove strutture famigliari, i rapporti genitori-figli. In quanto cantante jazz e formatrice vocale, ha anche formulato una inedita teoria sulla psicoanalisi della voce. È laureata in filosofia, una passione che l’ha accompagnata per tutta la vita, e in psicologia, in entrambi i casi cum laude. Rappresentante italiana di diverse associazioni psicoanalitiche europee, collabora a riviste italiane, francesi, spagnole, svizzere. Ha scritto libri, diversi tradotti in francese e uno in brasiliano. Uno di essi ha vinto il premo di saggistica Citta delle Rose, un altro è stato finalista a un premio CNR e un terzo ha avuto il sostegno alla traduzione dal Ministero della Cultura Italiano riservata ai libri di qualità. Eccoli: Amori Tossici (Rizzoli, 2023), Sorelle (Rizzoli, 2021),Troppa famiglia fa male (Rizzoli, 2020) Adolescenza Zero (Nottetempo 2019), Mio figlio mi adora (Nottetempo editore 2016), Chi è la più cattiva del reame? (Et./al 2012), Voci smarrite (et./Al. 2013, Poiesis 2022), A nuda voce (Antigone 2008, Poiesis 2017). È stata ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche nazionali. Recentemente ha aperto un podcast dal titolo: Uscire dalle dipendenze affettive, che si può ascoltare sulle principali piattaforme.

Ore 18:00 – Seminario Vescovile

AHIA! IL MALE DETTO. CHE COSA CHIAMIAMO DOLORE.

Roberta Fulci

Come si spiega il dolore fisico a chi non l’ha mai provato? Si può misurare? La nostra idea di dolore cambia con l’esperienza, l’ambiente e la cultura? Soprattutto, che cosa chiamiamo dolore? Roberta Fulci si avventura in un’indagine che la porta a ripercorrere storie incredibili e a dialogare con i protagonisti della ricerca sul dolore, mettendo insieme discipline diverse con una scrittura coinvolgente che mette da parte ogni accademicità. Restituendo così un quadro ricco e sorprendente di un tema tanto complesso quanto universale nelle nostre vite.

Dopo il liceo classico, un dottorato in matematica e un master in comunicazione della scienza, finalmente ha capito che le piace mischiare tutto. Roberta Fulci è in redazione e al microfono di Radio3 Scienza, il quotidiano scientifico di RAI – Radio3. Collabora, tra gli altri, con Il Tascabile, Pearson, La Sapienza, la SISSA di Trieste e l’Heidelberg Laureate Forum Foundation. Con Vichi De Marchi ha scritto per Editoriale Scienza “Ragazze con i numeri” (2018) e Ragazze per l’ambiente (2021), ill. di Giulia Sagramola.

Ore 19:15 – Seminario Vescovile

APOCALISSE TASCABILE

Niccolò Fettarappa – Lorenzo Guerrieri

Finalista al Premio Rete Critica 2022, Vincitore del Premio InBox 2021, premiato dalla Giuria del Nolo Fringe Festival 2021 e dalle Giurie Unite Direction Under 30, Italia dei Visionari 2021 e Dominio Pubblico 2020, lo spettacolo esprime la disperazione di una generazione di giovani esclusa, senza prospettive. Al centro un giovane neolaureato, accompagnato da un bizzarro Angelo dell’Apocalisse, gira per le strade della città annunciando l’imminente fine del mondo. Il progetto apocalittico voluto da Dio sembra però fallire. E la triste notizia annunciata non pare affatto scuotere chi già si dedica con mortuaria solerzia alla propria quotidiana estinzione. Apocalisse

Tascabile è un atto unico eroicomico che con stravaganza teologica ricompone l’infelice mosaico di una città in putrefazione, specchio di una defunta condizione umana. La fine del mondo è così incarnata dall’annuncio profetico di questi due smaliziati apostoli under 30 che portano sulla scena con autoironia la rabbia di una generazione esclusa, così giovane e già così defunta. Ma, in tutto questo, c’è anche un doppiofondo: la fine è anche occasione per risvegliare quella “debole forza messianica” che secondo Benjamin si deposita in ogni generazione, in attesa d’essere portata alla luce per scardinare il mondo. Apocalisse Tascabile è un atto unico eroicomico che con stravaganza teologica ricompone l’infelice mosaico di una città decadente e putrefatta, specchio di una defunta condizione umana. Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili.

Ore 21:00 – Seminario Vescovile

ITALIA ALBANIA

Europei di Calcio

DOMENICA 16 GIUGNO

Ore 11:00 – Seminario Vescovile

STORIA NATURALE DEL PIANTO

Roberto Inchingolo

Charles Darwin pensava che le lacrime, dal punto di vista scientifico, “non servissero a niente”. Sono moltissime le specie animali che lacrimano dagli occhi per un motivo o per un altro, eppure solo una, la specie umana, piange per esprimere le proprie emozioni. Per quale ragione abbiamo evoluto questa bizzarria, che vantaggio ci porta, e se è vero che le nostre lacrime hanno una funzione sociale, perché si piange più spesso quando siamo da soli? In questa esplorazione scientifica e antropologica delle origini del pianto, scopriremo come piangono gli altri animali, se esistono le proverbiali lacrime di coccodrillo, come mai siamo l’unica specie a esprimere tristezza in questo modo e molto altro. Un divertente viaggio nell’evoluzione intervallato da letture (tradotte male) delle più belle canzoni dedicate all’emozione più misteriosa.

Roberto Inchingolo è laureato in Scienze naturali presso l’Università di Bologna e ha conseguito un master in Comunicazione della scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Ha lavorato come giornalista scientifico freelance e divulgatore presso la Cambridge University, l’Institute of Cancer Research di Londra e lo Human Brain Project a Marsiglia. Ha pubblicato Perché ci piace il pericolo (Sironi, 2013) e Zoocrazia. La vita politica degli animali (Durango Edizioni, 2021). Finito di scrivere “La vendetta delle orche” (Codie), è tornato a essere vegetariano.

Ore 18:00 Seminario Vescovile

E VISSERO PER SEMPRE FELICI E SCONTENTI

STORIA NATURALE DELLA SCONTENTEZZA

Marco Furio Ferrario – Edoardo Boncinelli

Chi più chi meno, in fondo siamo tutti in qualche modo scontenti. Se ci soffermiamo a riflettere, anche quando tutto sembra andare bene nelle nostre vite, ecco che le giornate si tingono all’improvviso di sfumature di scontentezza: ansia, tedio esistenziale, agitazione, spleen emergono dai nostri abissi e reclamano ascolto. Sono mali comuni a tutti familiari, eppure brancoliamo nel buio di fronte al quesito più semplice che c’è: perché siamo scontenti? Boncinelli e Ferrario provano a rispondere a questa domanda ripercorrendo le radici biologiche e culturali di questo sentimento di incompletezza e frustrazione. Dai primi passi compiuti fuori dalla caverna dall’Homo sapiens all’isolamento volontario degli hikikomori, dal «fastidio» descritto da Giacomo Leopardi alle teorie sull’aggressività umana di Konrad Lorenz, dalle rivelazioni della genetica alle disuguaglianze socioeconomiche, quella di Boncinelli e Ferrario è un’indagine che attraversa la storia e il pensiero, la scienza e l’arte, scandagliando i diversi modi con cui gli esseri umani hanno interrogato la loro insoddisfazione. In queste pagine si analizza la scontentezza chiarendone gli aspetti misteriosi e facendo emergere un lato positivo, che abita da sempre in noi. Per percepirci liberi e, al contempo, dèi difettati. Affrontano i molti enigmi che la nostra specie ha tentato di risolvere cercando la soluzione al proprio malcontento. Un’opera che nella sua analisi ci conduce fino al confine del nostro desiderio: che un domani la scontentezza non sia un limite, ma il segreto per vivere compiutamente in ciò che da sempre si ha già.

Edoardo Boncinelli (Rodi, 1941) è tra i maggiori genetisti italiani. Con il Saggiatore ha pubblicato, tra gli altri, Il male(2019), La scuola della mente (2022) e Piccolo dizionario della nostra coscienza (2023).

Marco Furio Ferrario (Milano, 1984) si occupa di filosofia e neuroscienze. Ha scritto, insieme a Federico Baglioni, Ogni giorno mangiamo cibo 2.0 (2016) e ha curato la prima partecipazione nazionale della Namibia alla Biennale Arte di Venezia e il volume A Bridge to the Desert. The Lone Stone Men by Renn (2022).

Ore 19:00 Seminario Vescovile

LE POSTROMANTICHE

Carolina Bandinelli

Parliamo delle nostre relazioni, di quando una persona diventa casa, di quanto ci dobbiamo preoccupare se

non facciamo sesso da tre settimane, se sarebbe il caso di andare ai sex party, oppure di tradire alla vecchia maniera senza dire niente, di partorire dei figli oppure adottarli, se siano meglio i gatti o i golden retriever, se una rete d’amore composta da più persone sia preferibile a una coppia o solo un guaio diverso. Ma poi, al di là di tutti questi discorsi, romantici e postromantici, queer o etero, poli o monogami, alla fine stiamo sempre parlando di vite che si incontrano». Amiamo diversamente dal passato, i modi di amare di un tempo non ci rispecchiano più e proviamo a trovarne di nuovi. Mentre cerchiamo di orientarci in un arcipelago di sentimenti passati e futuri le contraddizioni ci assalgono. Siamo ancora romantiche, sì, ma anche capaci di svincolare sesso e amore; siamo tutte libere di vivere i rapporti come desideriamo e con chi desideriamo, certo, ma questa libertà ci chiede di scegliere che forma dare alle nostre relazioni, e non è sempre facile capire quale sia il modello migliore cui aspirare. In tutto questo rincorriamo ancora l’amore ma non vogliamo che ci ferisca o turbi la nostra vita. Il nuovo ideale è quello di un amore che non fa male. Ma come si fa ad amare senza mai soffrire? Attraverso ricerche approfondite, storie personali e conversazioni tra amici, Carolina Bandinelli racconta come sono cambiate le relazioni amorose e traccia una mappa delle domande e dei dilemmi che ci pone l’amore oggi. Con qualche risposta.

Carolina Bandinelli è Associate Professor in Media and Creative Industries all’Università di Warwick. Da più di dieci anni contribuisce al dibattito culturale, in Italia e all’estero, con interventi su desiderio e media digitali e sul lavoro creativo. È autrice dei saggi Social Entrepreneurship and Neoliberalism: Making Money While Doing Good (Rowman & Littlefield International), Fashion as Creative Economy(con A. McRobbie e D. Strutt, Polity), Il miglior lavoro del mondo (Doppiozero/CheFare) e di numerosi articoli. La sua ricerca è apparsa su testate internazionali tra cui BBC, “New York Times”, “El País”.

Ore 19:00 Seminario Vescovile

STORIE DI ERRORI MEMORABILI

Piero Martin

Non si tollera, non si riconosce, non si perdona, ma non si può evitare. È l’errore, prezioso compagno di quel meraviglioso errare che è la vita. Un viaggio sorprendente tra memorabili incidenti di percorso della scienza: sbagliare non solo è umano ma spesso è anche molto utile! Spesso si considera la scienza il regno della certezza e della verità. Invece, il dubbio e l’errore sono fondamentali per il progresso del sapere in ogni settore. E, come accade nella vita di ogni giorno, anche nella scienza l’errore si presenta sotto molteplici forme: c’è l’errore che è motore di nuove conoscenze, ma anche quello frutto dell’ideologia o della fretta. C’è l’errore riconosciuto e quindi fecondo, ma anche quello testardo. In questo incontro scopriremo storie affascinanti di chimica, biologia, medicina e soprattutto di fisica, dal punto di vista di chi sbaglia. Incontreremo scienziati come Fermi, Einstein e Pauling e studiosi quasi ignoti. Scoprire che anche i grandi della scienza hanno sbagliato sarà una iniezione di ottimismo. Viviamo in un mondo che con l’errore ha un rapporto difficile. Oggi più che mai è importante rivalutarlo: lunga vita all’errore!

Piero Martin è professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova, attualmente distaccato presso il Centro Interdisciplinare “B. Segre” dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Studia la fusione quale sorgente di energia. Fellow dell’American Physical Society, è stato responsabile scientifico di grandi progetti internazionali e oggi coordina le attività di fisica di DTT, il nuovo grande esperimento di fusione italiano. Scrive per “La Stampa” e “lavoce.info” e ha vinto il Premio Fiuggi Scienza. Ha pubblicato L’era dell’atomo (con A. Viola, Il Mulino 2014), Zerologia (con C. Bartocci e A. Tagliapietra, Il Mulino 2016) e Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con A. Viola, Codice edizioni 2018, finalista al Premio Galileo 2018 e vincitore del Premio nazionale di divulgazione scientifica, sezione Scienze). Per Laterza è autore di Le 7 misure del mondo (2021, tradotto in otto lingue e finalista al Premio Galileo 2022).

Ore 20:15 Seminario Vescovile

GRAMMAMANTI

MONOLOGO SULLA POSSIBILITÀ DI AMARE LE PAROLE

Vera Gheno

Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità. Per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Perché le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo. Chi può definirsi grammamante? Chi ama la lingua in modo non violento, la

studia e così comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo.

Vera Gheno, sociolinguista e traduttrice dall’ungherese, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca. Dopo diciott’anni da contrattista in vari atenei, da fine 2021 è ricercatrice a tempo determinato all’Università di Firenze. È autrice di articoli scientifici e divulgativi e di 15 monografi e, e per Einaudi ha pubblicato Potere alle parole. Perché usarle meglio (2019), Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole (2021) e Grammamanti. Immaginare futuri con le parole (2024). Si occupa prevalentemente di comunicazione digitale, questioni di genere, diversità, equità e inclusione. Conduce, per «Il Post», il podcast Amare parole.

Ore 21:30 Seminario Vescovile

LA SPARANOIA

ATTO UNICO SENZA FERITI GRAVI PURTROPPO

Niccolò Fettarappa Lorenzo Guerrieri

progetto ideato e scritto da Niccolò Fettarappa

regia Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri

contributo intellettuale di Christian Raimo

produzione Sardegna Teatro – Agidi

con il sostegno di Armunia Teatro, Spazio Zut, Circuito Claps, Officine della cultura

Con cinico surrealismo e al ritmo di rapide stilettate dialogiche, i pluripremiati Fettarappa e Guerrieri indagano il peso del mondo che grava su “i giovani” ormai addomesticati, su serial killer narcolettici che, invece che conquistare la piazza, sonnecchiano su un cuscino. Una generazione che preferisce, alle strategie d’attacco, le previsioni meteo e i lavaggi delicati. Ma allora, che farsene di una bomba? Scagliarla come una molotov contro qualcuno, in un attimo di vitalità terroristica? O piuttosto lasciarla lì e aspettare che si spenga? Disinnescarla, disinnescarci. In un incalzante scambio di parti, i due attori ci spiattellano, con vivacità performativa, tutte le colpe di quella generazione ormai matura che non è riuscita a donare ai giovani un futuro certo, determinando insoddisfazione, repressione, depressione e ansia. Un’acuta, sottile e amara riflessione di un giovane, sulla morte della Sinistra e sulla tranquilla remissività della sua generazione ormai imperturbabile ai soprusi sociali e culturali.

Info, biglietti e programma

www.festivaldelladisperazione.it

La segreteria del Festival in via Largo Seminario 18 ad Andria

è aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 20:30.

Ufficio stampa nazionale

Silvia Bellucci | 3461561637 – silviabellucci@live.it

Claudia Cervellini | 3204245502 – claudia.cervellini.92@gmail.com

Ufficio stampa Puglia

Società Cooperativa Coolclub

via Corte dei Mesagnesi 30 – 73100 Lecce

Pierpaolo Lala – pierpaolo@coolclub.it – 3394313397

www.coolclub.it

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